Ristorante chiuso per colpa di Google Maps: errore o profilo hackerato?

Ristorante chiuso per colpa di Google Maps: un errore che può rovinare un’impresa

Dopo 40 anni di onorato servizio il proprietari del Serbian Crown, nel distretto di Washington, è stato costretto a chiudere bottega: il suo ristorante, specialista in carne di cavallo e di canguro, è caduto in disgrazia a causa di un errore di Google Maps.

Nel 2012 si era verificata una drastica diminuzione della clientela, addirittura il 75% rispetto all’anno precedente. Un crollo apparentemente inspiegabile, se il proprietario non si fosse accorto delle clamorose imprecisioni diffuse dal motore di ricerca più famoso del mondo. Un cliente abituale infatti si era sorpreso che il ristorante rimanesse chiuso dal venerdì al lunedì, dato inesatto che compariva su Google Places. Di qui la decisione di Bertagna di far scattare la denuncia al colosso americano, per aver divulgato informazioni inesatte sul suo esercizio commerciale, portandolo al fallimento. Anche su Google Maps si leggeva che “Per un ristorante lontano dalle zone di passaggio della folla, questo può rappresentare un grosso problema”. A comunicarlo è l’avvocato di Bertagna, Christopher Rau.
Proprio Google Maps aveva introdotto un’importante novità a febbraio, consentendo agli utenti di esplorare la planimetria di 10.000 edifici nel mondo.

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Profilo hackerato dalla concorrenza?

Nonostante le ripetute richieste del proprietario a Google per modificare il profilo, niente è cambiato e la grave diminuzione di clientela ha portato il Serbian Crown a chiudere definitivamente i battenti.
Tuttavia il proprietario non ha archiviato qui la vicenda, ma ha deciso di andare fino in fondo per ottenere giustizia, convocando a giudizio Google davanti alla corte federale della Virginia. Secondo l’avvocato di Bertagna a far circolare informazioni false potrebbe essere stato un ristorante concorrente, che avrebbe hackerato il profilo su Google Places.

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Precedenti di falsi profili

Non si tratta in realtà di un’ipotesi così tanto improbabile, dato che è già accaduto che attività legittime subiscano a volte la clonazione o la dirottazione dei loro annunci su Internet con informazioni di contatto errate (il numero di telefono o il sito web).
E’ quanto era accaduto nel 2011 alla gioielleria di Barbara Oliver & Co, a Buffalo, cui il profilo di Google Maps era stato hackerato immettendo notizie errate riguardo agli orari di apertura. A febbraio 2014 è stato dimostrato da Bryan Seely, consulente SEO, che effettivamente l’account di Bertagna era stato attaccato da un hacker , ma essendo Google Maps un progetto in crowdsourcing, sembra difficile che Google possa essere incolpato per quanto accaduto.