Torino BeBi: l’app per una città a misura di bambino

Torino BeBi

Con Torino BeBi per la prima volta online le mappe di prossimità dei servizi dedicati ai bambini al di sotto dei sei anni

Presenza e distribuzione sul territorio dei servizi primari, come educazione, servizi sociali e sanità, ma anche cultura e tempo libero destinati ai bambini al di sotto dei sei anni, sono la cartina di tornasole di come una città sia in grado di fare da subito la differenza nelle possibilità di sviluppo e di crescita delle nuove generazioni. Per la prima volta, un unico strumento online, consultabile con facilità da tutti e in qualsiasi luogo, è in grado di fornire una lettura grafica di insieme e di dettaglio della prossimità dei servizi per l’infanzia alle famiglie: una risorsa strategica fondamentale per la programmazione e il monitoraggio dei servizi.

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E’ il caso di Torino BeBi (Benessere Bimbi), un’applicazione online innovativa, basata su 62 mappe web tematiche interrogabili da PC, tablet e smartphone, nata con l’obiettivo di fornire a decisori, istituzioni e associazioni uno strumento specifico e potente per lavorare davvero in rete e individuare più efficacemente gli interventi necessari a migliorare il benessere dei bambini torinesi da 0 a 5 anni. Tutto questo è frutto di un progetto sperimentale, realizzato da Save the Children Italia e dalla Compagnia di San Paolo (nell’ambito del suo Programma strategico triennale ZeroSei), in collaborazione con la Città di Torino, presentato ieri alla presenza del Sindaco Fassino.

Torino BeBi: in un’app tutti i servizi dedicati all’infanzia

Grazie ad una mappatura accurata di 918 punti di interesse specifico per i bambini da 0 a 5 anni suddivisi in 31 tipologie diverse di offerta – nidi comunali, privati, convenzionati o aziendali, baby parking, scuole per l’infanzia comunali, statali, paritarie o convenzionate, pediatri di base e consultori pediatrici o familiari, sedi e centri per le vaccinazioni o i servizi neuropsichiatrici infantili, biblioteche, musei e teatri, ludoteche, aree gioco e impianti sportivi e molto altro -, Torino BeBi consente a tutti, “in un solo click”, di visualizzare graficamente la distribuzione sul territorio dei diversi servizi.

Valore aggiunto dell’applicazione è la possibilità di visualizzare in pochi secondi e fino al singolo isolato abitato, anche la distribuzione demografica dei 46 mila bambini in questa fascia d’età che vivono a Torino (circa il 5% della popolazione totale), scoprendo ad esempio che i quartieri più “giovani”, cioè con l’incidenza maggiore di bambini in questa fascia d’età sulla popolazione del quartiere, sono Barriera di Milano (6,8%), Aurora (6,3%) e Madonna di Campagna (6,2%), mentre i due più “vecchi” sono Mirafiori Nord (4,2%) e Mirafiori Sud (4,3%).

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Allo stesso modo è possibile analizzare in maniera dinamica la distribuzione dei circa 13 mila bambini sotto i 6 anni nati da genitori stranieri, particolarmente concentrati nei quartieri di Aurora (59%) e Barriera di Milano (57,8%) dove costituiscono quasi i 2/3 degli under 6 residenti. Bambini di seconda generazione che oggi rappresentano il 29% della popolazione under 6 di Torino e costituiscono un apporto fondamentale alla vita presente e futura della città: basti pensare che tra il 1982 e il 2000 Torino aveva perso circa il 40% dei suoi bambini al di sotto dei sei anni (passati da oltre 60 mila nel 1984 a 38 mila nel Duemila) e che solo l’arrivo delle famiglie straniere ha permesso di arrestare il declino, riportando il numero di bambini ai livelli del 1989.

Altri dati interessanti sulla città dei bambini si evincono dalle mappe tematiche visualizzabili attraverso l’applicazione: i nuclei monogenitore con almeno un bambino under 6 sono circa 6400 e di questi circa il 22% è di origine straniera; quasi altrettanti sono i nuclei numerosi con tre o più figli di cui almeno uno sotto i 6 anni, ma in questo caso le famiglie straniere contribuiscono nella misura del 40%.

Un altro punto di forza di Torino BeBi, è costituito dalla capacità di metter in relazione tra loro dati demografici e distribuzione dei servizi, fornendo anche un vero e proprio indice di prossimità dei servizi nelle diverse aree scelte nella consultazione, calcolato in base alla valutazione scientifica della capacità media di movimento sul territorio di genitori e bambini, tenendo conto anche dei trasporti e delle infrastrutture per la mobilità presenti sul luogo.

Grazie all’interrogazione delle mappe disponibili, si può ad esempio verificare come l’effettiva prossimità alle famiglie dei servizi educativi a Torino raggiunge il massimo (10 e 9 in una scala 0-10) nei quartieri di Cenisia, Centro, San Donato e San Paolo, mentre nelle aree più decentrate, come Madonna di Campagna, Falchera, Le Vallette o Borgata Vittoria, si scende a valori più bassi (tra 6 e 4), oppure che per quanto riguarda i servizi sanitari la vicinanza risulta più omogenea ed elevata (10 e 9) nel quadrante Occidentale (San Donato, Parella, Pozzo Strada, Cenisia) e alta o medio-alta (da 9 a 6) a Est (Centro e Vanchiglia), Nord (Aurora, Barriera di Milano, Madonna di Campagna) e Sud (Mirafiori Nord e Sud), mentre indici di prossimità inferiori si riscontrano a Madonna di Campagna (7 – 1), Borgata Vittoria (5 – 4), Falchera (6 – 4) e Nizza Millefonti (tra 7 e 3).

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Un esperimento che toccherà altre città

Nel suo complesso l’analisi di Torino BeBi restituisce l’immagine di una città articolata al suo interno, con più centri e periferie differenti, e un livello di offerta che in generale sembra adeguarsi alla distribuzione sul territorio dei bambini 0-5, con qualche smagliatura da approfondire in quelle aree che nell’ultimo decennio si sono andate addensando grazie al contributo delle famiglie straniere. Una città che, nel panorama italiano, offre numerose opportunità per i più piccoli come del resto indicano alcuni dati resi disponibili dall’applicazione: 55 nidi comunali, 73 nidi privati, convenzionati o aziendali; 24 baby parking; 79 scuole comunali per l’infanzia, 58 statali e 55 paritarie convenzionati; 16 consultori pediatrici, 16 consultori familiari, 16 sedi dei servizi neuropsichiatrici infantili, 80 pediatri di base; 16 biblioteche, 18 musei e 9 teatri che realizzano attività specifiche per questa fascia d’età; 8 ludoteche comunali; 277 aree gioco e altro.

Realizzata grazie a mesi di ricerca e basata sulle principali fonti disponibili, sull’elaborazione delle informazioni geo-referenziate fornite dal Comune e su un’attività di mappatura anche diretta dei servizi e delle opportunità per l’infanzia presenti nel territorio, Torino BeBi è un’applicazione per sua natura sperimentale e aggiornabile, che vuole contribuire a tenere sotto osservazione l’ambiente intrinsecamente dinamico della città e a ridefinire la rete dei servizi e delle opportunità alla luce dei bisogni che cambiano.

Nel corso della presentazione odierna, gli interventi di Piero Fassino, Sindaco di Torino, Piero Gastaldo Segretario Generale della Compagnia di San Paolo, Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, Giulio Cederna curatore di Torino BeBi per Save the Children, Daniela Del Boca, docente di Economia Politica all’Università di Torino e Direttore di Child (Center for Research on Household, Income, Labour and Demographics) e Bertram Niessen, esperto di innovazione sociale, intelligenza collettiva, spazi urbani e project manager del premio cheFare, hanno evidenziato l’originalità e il valore strategico di questo strumento, che contribuisce a porre Torino all’avanguardia in Italia per l’attenzione verso i bambini più piccoli.

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“Dal 2010 Save the Children è impegnata nella elaborazione, annuale, dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia. L’esperienza dell’Atlante ci ha fatto verificare l’importanza delle mappe territoriali per cogliere fenomeni che i soli dati statistici non sono in grado di rappresentare. Proprio l’esperienza dell’Atlante ha ispirato questa nuova applicazione ancor più focalizzata ed efficace, perché incentrata sul tessuto di un’unica città e su di una fascia di età specifica, in grado di essere uno strumento molto concreto e condiviso dagli attori pubblici e privati, un esperimento pilota che ci auguriamo possa essere replicato anche in altre città. Abbiamo condiviso con la Compagnia di San Paolo e con il Sindaco Fassino un’unica visione, quella che una Città capace di dedicare risorse di qualità e attenzione ai bambini nei primi mesi e anni di vita sta costruendo nel modo migliore possibile il suo futuro, anche con il supporto delle tecnologie più avanzate,” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.