Simplify the complexity

cristiano zambarbieri rhiag

Che cosa succede se un cliente non trova in assortimento l’articolo che sta cercando? Qualunque retailer voi siate, la risposta è una soltanto: quel cliente si rivolgerà a un altro rivenditore concorrente

La competizione globale ci ha insegnato a reagire velocemente. Essere reattivi però non basta, bisogna essere in grado di percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni adeguate in tempo. Gestire la complessità è la grande sfida che le imprese devono affrontare ogni giorno.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

La complessità dipende da molti fattori differenti e intrecciati tra loro: deriva dalla pressione competitiva del mercato, ed è accentuata dalla crisi, dalla crescita lenta e dal numero degli operatori presenti nel mercato.

Semplificare è un imperativo categorico per il presente, senza il quale le aziende non potranno guardare al futuro. Le cose che sembrano a prima vista complicate possono rivelarsi semplici e le cose che sembrano semplici possono all’improvviso complicarsi.

Rhiag è un gruppo multinazionale che distribuisce e vende parti di ricambio per auto e veicoli industriali, nel segmento dell’aftermarket indipendente. Operiamo in tre distinte aree geografiche di riferimento: Italia, Svizzera e sei paesi dell’Est Europa, con reti distributive costituite in totale da 210 centri distributivi a servizio degli oltre 63mila clienti. Lo scenario di mercato è estremamente competitivo. Siamo presenti su tutto il territorio nazionale con 32 filiali e questo incide molto sulla frammentazione della domanda che crea difficoltà nell’individuare correttamente quale prodotto debba stare in quale filiale. I nostri clienti vogliono avere il materiale di cui hanno bisogno nel minor tempo possibile. Ma per rispondere a questa esigenza è indispensabile che ciascuna delle filiali dislocate sul territorio sia in grado di soddisfare la domanda dei clienti. E questo implica costi rilevanti di stoccaggio delle scorte e rischi elevati di obsolescenza dei prodotti. L’ottimizzazione delle scorte a magazzino e dei processi di definizione dell’assortimento nelle filiali ci ha permesso di mantenere i nostri punti di forza con un impatto positivo sul conto economico.

Leggi anche:  Trend Micro Italia: Stefano Mesiti è Head of Enterprise

Abbiamo definito un modello di analisi della distribuzione per capire quali dovevano essere i prodotti da mettere a magazzino. In passato, l’ottimizzazione proattiva delle scorte dipendeva dall’esperienza delle persone che decidevano sulla base degli ordini precedenti o delle segnalazioni della forza vendita. E questo ci sembrava il modo più semplice di fare le cose. Con il passare del tempo, ci siamo resi conto che quel modo di operare non solo non era efficiente ma ci rallentava nei processi di business. E così – per quanto potesse sembrare complicato – abbiamo ingegnerizzato il processo di trattamento dei dati con uno strumento capace di suggerire la soluzione ottimale, senza richiedere agli utilizzatori particolari conoscenze informatiche. Oggi, grazie all’utilizzo di metodologie statistiche avanzate abbiamo scoperto trend e correlazioni tra le filiali e siamo in grado di cogliere in anticipo i possibili effetti di determinati interventi e di stimare la dinamica di vendita dei prodotti, riducendo al minimo i rischi. Il nostro obiettivo futuro è di introdurre sistemi di data mining per incrementare la reattività dell’azienda riducendo il lead time e favorendo l’integrazione sia a monte sia a valle della filiera.

Cristiano Zambarbieri, supply chain customer service manager di Rhiag