Europa: addio roaming? Non è così semplice

La burocrazia potrebbe fermare la rivisitazione del prezzo di roaming nel continente bloccando tutto fino al 2018

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La burocrazia non è per niente un problema solo italiano. Se i fautori di un ripensamento delle tariffe di roaming in Europa pensavano che questo fosse l’anno buono per una rivoluzione, beh rimarranno delusi. Nel 2013 il Parlamento Europeo ha votato in favore dell’abolizione dei costi di roaming ma adesso un gruppo di rappresentanti al Consiglio europeo potrebbe bloccare l’analisi e la successiva riforma. Il presidente lettone attualmente al comando del Consiglio aveva dato inizio alle negoziazioni con il Parlamento per un taglio dei costi sostenuti ai viaggiatori europei facendo pensare ad una certa accelerata verso un ripensamento del roaming. Lo stesso mandato era stato accettato dai membri di Bruxelles lo scorso 4 marzo anche se il testo del Consiglio conteneva alcuni dubbi. Tra questi l’ammissione che una riduzione dei costi delle connessioni internet, sms e telefonate in Europa potrebbe comportare alcune importanti conseguenze.

Tutto resta uguale

La più dura sarebbe quella a carico degli abbonamenti nazionali di utilizzo della rete mobile. Gli operatori, per far fronte alla perdita di profitto dal roaming potrebbero infatti rispondere con un aumento delle tariffe locali, impattando così in misura maggiore su chi il roaming non lo sfrutta perché resta a casa. Il paradosso è dunque che si slitta il taglio dei costi di roaming per proteggere l’utente nazionale. Secondo Fatima Barros, presidente del Berec, l’ente che riunisce i regolatori delle Tlc in Europa: “Lo scambio di traffico tra i paesi non è bilanciato, i costi per gli operatori ci sono e alla fine qualcuno deve pagarli, quindi se eliminiamo semplicemente le tariffe del roaming significa che gli operatori dei paesi che ricevono più turisti, dato che i costi non sono assorbiti, devono rifarsi sui propri utenti finendo per aumentare le tariffe nazionali, e questo sarebbe ingiusto viste le enormi differenze tra i paesi. I cittadini del Nord Europa vanno all’estero molto più spesso di quelli del Sud, e hanno anche abitudini di consumo di internet molto superiori”.

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Ora si attende di capire che tipo di accordo Consiglio e Parlamento Europeo raggiungeranno, tenendo ben presente che la Commissione è stata invitata a rivalutare le prossime decisioni a metà 2018.