Se l’intelligenza di Watson serve in cucina

L’uso alternativo del progetto di Intelligenza Artificiale di IBM: un’app per dispositivi mobili con cui inventare ricette al momento

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Presto l’inventiva umana potrebbe essere solo un ricordo. Non parliamo di un futuro in cui le macchine prenderanno il sopravvento e stermineranno gli umani, ma anni in cui l’intelligenza artificiale sarà davvero in grado di ragionare come l’uomo, probabilmente anche meglio, facendo fronte a situazioni e problemi quotidiani. L’ultima spinta ad un futuro tecnocratico arriva da IBM che con il suo progetto Watson sta cercando realmente di ridefinire i concetti di innovazione nel post-umano. Tra questi c’è il filone “cooking”, un vero must per milioni di persone al mondo, italiani in primi. E da più di un anno Watson risponde alle domande di chi vorrebbe stupire in cucina anche con il frigo quasi vuoto.

Chef in chip

La declinazione hi-tech di Antonella Clerici è Chef Watson, un’applicazione che risponde a tutte le possibili richieste dei cuochi fai-da-te alle prese con la preparazione del pranzo o della cena per famigliari e amici. Il lavoro di IBM ha permesso a Watson di acquisire innumerevoli competenze nel campo culinario, tanto da poter suggerire centinaia di ricette partendo dagli ingredienti forniti dalle persone registrate sul sito web dedicato e in versione beta. Basterà indicare allo chef pluristellato da dove si vuole partire per ottenere una ricetta con i fiocchi. L’AI di Watson migliorerà sempre di più con il tempo registrando le domande degli utenti e imparando i gusti di ognuno, fornendo poi medie sul tipo di interazione e risposte rilasciate. L’obiettivo? Realizzare un’app per dispositivi mobili implementata proprio da Watson e in grado di diventare il miglior assistente in cucina possibile per le svariate necessità dei novelli Cannavacciuolo.

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