Elon Musk vuole testare i satelliti anti-Digital Divide

SpaceX sta costruendo centinaia di satelliti spia per il governo degli Stati Uniti

SpaceX di Elon Musk ha chiesto ufficialmente alla FCC il permesso di iniziare nel 2016 i test per la sua flotta di satelliti anti-Digital Divide

Mentre la NASA vede fallire per la seconda volta i test legati al modulo di sbarco su Marte LDSD, la società aerospaziale SpaceX di Elon Musk ha chiesto ufficialmente alla Federal Communications Commission (FCC) di poter iniziare la sperimentazione per una flotta di satelliti anti-Digital Divide. L’obiettivo del patron di Tesla, che ha ufficializzato il lancio della nuova vettura elettrica Model 3, è quello di portare Internet in tutte le zone del globo dove è assente.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

SpaceX:  in orbita 4mila satelliti anti-Digital Divide entro il 2020

Il progetto di Musk prevede l’installazione di 4mila satelliti in orbita geostazionaria bassa attraverso i razzi Falcon 9. Questi sistemi, che avranno un prezzo massimo di 350mila dollari l’uno, saranno collegati al centro di comandi di SpaceX sulla costa ovest degli Stati Uniti e diffonderanno la connessione ad Internet in tutto il globo. Musk ha già raccolto fondi da diversi investitori (Google ha finanziato il progetto con 1 miliardo di dollari) e conta di avviare la sperimentazione entro il 2016. L’intera flotta di satelliti anti-Digital Divide sarà invece pronta per il 2020.

Musk non è l’unico ad aver pensato allo spazio per portare Internet anche agli utenti non attualmente raggiungibili per questioni economiche o geografiche. Virgin Galactic e Qualcomm, i cui futuri chip potrebbero essere prodotti da Samsung, hanno finanziato il progetto satellitare di WorldVu Satellites, precedentemente nota come OneWeb. Facebook, invece, sta concentrando i propri sforzi nella battaglia al Digital Divide attraverso il programma Internet.org mentre Google continua i test legati ai palloni aerostatici di Project Loon.

Leggi anche:  Connettività: le previsioni di Cradlepoint per il 2024