Pedopornografia, un italiano dietro il mercato del deep web

Sgominato un black market di materiale illecito gestito da un italiano e finito nel mirino dell’Europol

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Ancora una volta il deep web e ancora una volta le azioni illegali che si svolgono al suo interno. Questa volta è toccato al Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) che in collaborazione con la Dda di Roma e l’Europol, ha sgominato una rete di frequentatori, venditori e acquirenti di materiale illecito in rete organizzato come un vero e proprio mercato che sarebbe stato gestito da un italiano. Secondo gli inquirenti lo spazio sequestrato era utilizzato per compiere attività di scambio contro la legge e anche come spazio di condivisione di vere e proprie comunità pedofile che utilizzavano il deep web per il passaggio di informazioni, foto e video.

Bitcoin sotto la lente

In quanto black market, i navigatori agivano nell’anonimato pagando il materiale in criptomoneta, come i Bitcoin. Durante le attività di indagine gli organi di polizia hanno infatti sequestrato circa 11.000 portafogli online (i cosiddetti wallet) contenenti ingenti cifre in valuta digitale. Le somme sarebbero servite per finanziare il mercato, in un circolo vizioso dai risvolti raccapriccianti. Siamo dinanzi ad una prima storica: mai infatti sinora erano state compiute operazioni di requisizione di criptomoneta anche in interventi simili. L’inchiesta, denominata Babylon, è stata divulgata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, dal direttore della Polizia postale Roberto Di Legami e dal direttore del Cnccpo Elvira D’Amato.

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