Smart solutions e IoT? Più valore alla cybersecurity

Pedro García amministratore delegato Indra Italia
Pedro García amministratore delegato Indra Italia

Nel 2014, il mercato della cybersecurity ha avuto una crescita inferiore in Italia (2%) rispetto a quella che si osserva a livello mondiale (8%).

I dati sono quelli del Rapporto Clusit 2015. Tra le cause di questo fenomeno si evidenzia un’inerzia nel considerare le nuove fonti di rischio (come quelle rappresentate dal mobile o dai social network), e una scarsa consapevolezza delle possibili perdite economiche associate alle minacce. Eppure, siamo di fronte a una sfida globale dalla cui risposta dipenderà, non solo la sicurezza nazionale e internazionale, ma anche il posizionamento sul mercato delle nostre aziende.

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Secondo il Rapporto Clusit 2015, gli attacchi informatici di natura militare o terroristica sono aumentati del 68% in tutto il mondo. Anche se il 25% degli attacchi colpisce i Governi, sono i servizi cloud, le banche e la sanità i settori che registrano una crescita maggiore per numerosità e impatti.

Le grandi aziende – che operano servizi strategici per la sicurezza nazionale (petrolio, gas, elettricità, acqua, telecomunicazioni…) e che saranno un vettore di crescita molto importante per il settore ICT nei prossimi anni – si stanno evolvendo verso un modello di gestione basato su smart solutions, che farà largo uso delle tecnologie Internet of Things (IoT). Queste società dovranno necessariamente tener conto con largo anticipo del nuovo contesto tecnologico per continuare a garantire la fondamentale sicurezza dei loro sistemi, delle reti di controllo e delle infrastrutture critiche che gestiscono. L’IoT non va classificata come una realtà del futuro, ma deve essere considerata già la nostra realtà presente se vogliamo affrontare per tempo le sfide che questa evoluzione comporta. Tali evoluzioni tecnologiche e le sempre più evidenti minacce che si profilano e che comportano impatti devastanti, suggeriscono cambiamenti che potrebbero ridefinire il mercato della cybersecurity e forse i suoi volumi nei prossimi anni.

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Per far fronte a questa nuova situazione, il mercato sta già considerando un uso di tecnologie innovative nel campo della cybersecurity, come cloud computing e soprattutto big data. Queste tecnologie sembrano essere i maggiori fattori abilitanti per avviare nei prossimi anni progetti di security intelligence che permettano di prevedere gli attacchi informatici e di fornire una risposta adeguata.

A medio termine, la necessità di avere un rapido ed efficiente deployment e un alto livello di integrazione delle soluzioni di cybersecurity porterà il mercato verso soluzioni complete, possibilmente già adattate alle esigenze specifiche del particolare settore enterprise, in grado di contenere i costi di integrazione e con l’effetto di diminuire il numero di vendor presenti sul mercato. D’altra parte già a breve termine, le funzionalità di sicurezza erogate dal cloud, o in modalità ibrida, saranno sempre più numerose e permetteranno una grande scalabilità rispetto alle mutevoli esigenze, limitando gli investimenti necessari e utilizzando un modello basato sui soli costi operativi.

Inoltre, i produttori delle nuove categorie di device mobili, gli sviluppatori delle tecnologie IoT di base, delle piattaforme smart solutions e infine gli utenti dovranno rivedere progressivamente le proprie strategie e i propri investimenti, ponendo sempre più l’accento sulla sicurezza, insieme agli aspetti di marketing o di business. In quest’ottica, chi saprà affrontare fin dal principio le minacce connesse a questi nuovi sistemi avrà un ruolo primario sui nuovi mercati che si aprono.

Pedro García, amministratore delegato di Indra in Italia