Parla italiano la nanotecnologia che pompa insulina

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L’elvetica Debiotech assieme a STMicroelectronics ha inventato un dispositivo impiantabile in grado di rilasciare la sostanza all’occorrenza

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In gergo si chiamano MEM, ovvero dispositivi microelectromechanical. Si tratta dell’evoluzione della nanotecnologia, che permette di racchiudere in spazi ridotti innovazioni fino a qualche tempo fa in grado di esistere solo su scala più ampia. Il campo che più di altri sembra poter trarre giovamento da ciò è quello medico. Un esempio concreto arriva dall’azienda svizzera Debiotech, che ha sviluppato assieme alla franco-italiana STMicroelectronics il primo dispositivo impiantabile in grado di pompare insulina nei pazienti. La “nanopompa”, così come è stata chiamata dai creatori, è grande circa un quarto di quelle più piccole esistenti e una volta sotto pelle è praticamente invisibile.

Come funziona

L’apparecchio si pone il non facile compito di cambiare in positivo la vita di milioni di persone, affette da diabete. La rivoluzione sarebbe portata da tecniche in grado di rilasciar sostanze quando il corpo ne ha più bisogno. Nel caso dell’insulina quindi, non ci sarebbe più bisogno di andare avanti con le iniezioni periodiche visto che la nanopompa sarebbe in grado di assicurare alla persona il livello giusto di dosaggio con tempi prestabiliti. Secondo gli esperti il futuro è questo: oggi impianti elettronici, domani la sostituzione di parti “difettose” del corpo umano con altre sane, costruite in laboratorio. Al di là di quanto possano pensarne i detrattori, non siamo in procinto di creare i prossimi Terminator ma solo di aumentare la qualità di vita per chi è affetto da malattie, in un certo senso, debilitanti.

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