Red Hat, l’open source come scelta vincente

Il modello di sviluppo “aperto” come leva dell’integrazione tra i servizi e driver di trasformazione digitale per sostenere e diffondere la cultura dell’innovazione

Red Hat è il leader mondiale nelle soluzioni open source per le aziende, con una storia ultraventennale che parla di collaborazione con leader IT, sviluppatori e partner, all’insegna di un modello “comunitario” dal quale sono nate tecnologie come Red Hat Enterprise Linux e tante altre.

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Oggi, l’azienda è quotata alla Borsa di New York, fattura oltre due miliardi di dollari e ha una presenza diffusa in tutto il mondo, contando più del 90% delle aziende di Fortune 500 tra i propri clienti. L’approccio “open” offre diversi vantaggi nel mondo del business digitale, come spiega Edoardo Schepis, presales manager di Red Hat Italia: «Al primo posto, citerei l’innovazione. Grazie alla collaborazione consentita dal modello di sviluppo open, la percentuale di soluzioni innovative rilasciate è molto elevata». Le tecnologie e i servizi applicativi sviluppati in questo modo sono all’avanguardia e coprono tutti i settori industriali grazie alla collaborazione delle compagnie coinvolte. «Stiamo parlando di innovazione tecnologica in mercati reali che si stanno trasformando per rispondere alle nuove esigenze di business, in ambito finance (analytics, blockchain, IoT…), nelle aziende di telecomunicazioni (software defined data center, NFV…), nella pubblica amministrazione (identità digitale, sicurezza, integrazione domini…), solo per citarne alcuni» – afferma Schepis.

Sviluppo collaborativo

Un altro vantaggio è il modello di sviluppo collaborativo. Collaborazione significa arricchimento culturale che porta anche alla crescita professionale dei talenti coinvolti e alla creazione di network tra aziende e persone. «Red Hat ha creato un modello di business sostenibile a partire dalle soluzioni tecnologiche open, fornendo servizi a valore aggiunto intorno ai progetti open source di maggiore successo». Nell’ambito dello sviluppo applicativo, l’azienda ha costruito negli anni un portafoglio ricco di soluzioni. «Siamo partiti da JBoss Application Server (Red Hat EAP) e abbiamo aggiunto nel corso degli ultimi anni altri progetti di enorme successo».
Grazie a tecnologie per il cloud privato come il “Platform as a Service OpenShift” e grazie al supporto del cloud pubblico è poi possibile sviluppare applicazioni o creare servizi per ambienti ibridi e per architetture a container. Infine Red Hat ha acquisito di recente 3Scale, leader nelle soluzioni di API management per esporre, al pubblico e alle terze parti, servizi facilmente consumabili, ma allo stesso tempo sicuri e controllati, particolarmente interessanti per servizi di pagamento nel mercato interno.

Approccio open per crescere

Ma il business del futuro sarà sempre più all’insegna di big data, cloud, IoT e mobility, e anche qui il mondo open source presenta vantaggi significativi in termini di approccio distribuito e non centralizzato per coordinare più agevolmente l’integrazione di servizi. Ugo Landini, solutions architect di Red Hat Italia, spiega infatti che «Red Hat offre una vasta gamma di tecnologie middleware: rules engine e business process management (Red Hat BPMS), Apache Camel e ActiveMQ per l’integrazione e la messaggistica (JBoss Fuse), Teiid per la virtualizzazione dei dati provenienti da più fonti (JBoss Data Virtualization) e Infinispan per il caching (Red Hat JBoss Data Grid)». Tutte queste tecnologie si possono combinare liberamente fra di loro. Per quanto riguarda l’integrazione, Red Hat JBoss Fuse offre servizi specifici, anche di messaggistica, che sono così flessibili da poter essere utilizzati sia nei classici data center che in gateway per l’IoT con hardware dalle risorse limitatissime. Per quanto riguarda infine la maturità generale del mercato italiano dal punto di vista dell’IT, il nostro Paese non sembra brillare sulla scena internazionale, ma questo significa, in positivo, che possono essere proposte soluzioni già “collaudate” in altri paesi. «Grazie all’open source è dunque molto più semplice lavorare su problemi non banali senza spostarsi da casa e collaborando con i migliori ingegneri del mondo, e credo che questo contribuisca notevolmente alla diffusione della trasformazione digitale in Italia, seguendo un modello di sviluppo collaborativo. Red Hat si trova quindi in una posizione unica per sostenere e diffondere la cultura dell’innovazione e della trasformazione digitale».