Obama perdona Manning: libera il 17 maggio

L’ex soldato USA Bradley, divenuto la transgender Chelsea, sarebbe dovuto uscire di prigione nel 2045. Ora Julian Assange rischia l’estradizione

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Le ultime mosse di Obama prima dell’insediamento di Trump, che avverrà domani 19 gennaio, avevano fatto discutere. Tra tutte, quella di allargare le maglie dell’ordine esecutivo 12333, con cui 16 diverse agenzie federali potranno accedere ai dati di monitoraggio della NSA. Eppure, l’ultimo “quarto d’ora” del presidente uscente potrebbe essere il più significativo di tutta la sua carriera. Con una decisione inaspettata, ieri il democratico ha commutato la pena di Bradley “Chelsea” Manning, l’ex soldato USA ora transgender che aveva fornito informazioni classificate a WikiLeaks e per questo era stato processato e condannato al carcere fino al 2045.

Cosa succede

Il 17 maggio, Manning verrà dunque liberata dallo stato di detenzione, vissuto in maniera preoccupante, tanto da spingerla a due tentativi di suicidio nel recente passato. Proprio a causa delle sue condizioni, due informatori del calibro di Edward Snowden e Julian Assange avevano fatto appello a Barack Obama per spingerlo a perdonare Manning prima del passaggio delle redini a Trump. Soprattutto il secondo, fondatore di WikiLeaks e da anni esiliato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, si era detto persino disponibile a consegnarsi agli Stati Uniti in caso di commutazione della pena al 29enne americano. E adesso si attende proprio la mossa di Assange, che probabilmente non si aspettava questo colpo di coda, e che dovrà dunque decidere se tenere fede alla promessa e consegnarsi alle autorità americane.

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