Anche Baidu sulla strada del bus senziente

La compagnia cinese metterà sul mercato il suo veicolo senza pilota entro il 2019, a partire dal Giappone, così da precedere Tesla e Waymo

Baidu, il gigante cinese del web, comparabile al Google dell’occidente, fa sul serio con i veicoli senzienti. La compagnia ha intenzione di portare in Giappone, entro il 2019, il suo primo autobus senza pilota. Non si tratterò di un vero esperimento, visto che la produzione conta già almeno 100 esemplari da spedire in giro per le strade di Tokyo e dintorni, operativi nel breve periodo.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

I mezzi sono dei mini-bus della linea Apolong, con Livello 4 di autonomia. Ciò vuol dire che possono  guidare senza personale umano solo in condizioni specifiche e in aree geo-referenziate. Non aspettiamoci dunque che le grosse auto se ne vadano girovagando ovunque ma esclusivamente su percorsi determinati. Che è un po’ l’obiettivo delle automobili di primo pelo della concorrenza, destinate a operare su tratte concordate, come fossero tram sui binari.

Cosa sappiamo

Ad ogni modo, il progetto di Baidu è uno dei pochi veramente concreti sotto questo punto di vista. Le varie Tesla, Waymo e Uber hanno, in più di un’occasione, parlato delle loro idee di veicoli senzienti ma senza arrivare ad annunciare numeri, anni o dimensioni della produzione. Baidu invece, come detto, è ben avviata su una flotta vasta, che gode già della partnership con SB Drive, divisione self-driving di SoftBank, per l’immissione dei mini-bus a Tokyo e in altre città del Giappone entro il prossimo anno.

I mezzi ospiteranno Apollo 3.0, l’ultima versione della piattaforma di guida sviluppata da Baidu, che ha debuttato nel 2017. L’aggiornamento alla terza versione porta, stando alla compagnia, il supporto a servizi autonomi di parcheggio e alla possibilità di integrare il software anche su modelli di Land Rover, Hyundai, Honda e Ford, così da cominciare a sfruttare le capacità intelligenti pur in un ecosistema classico e tradizionale.

Leggi anche:  Capgemini, NAIS, Engineering D.HUB e RHEA Italia vincono un bando per lo sviluppo di un Digital Twin della Terra focalizzato sul territorio italiano