Il Giappone pensa a un sistema di voto blockchain

La città di Tsukuba sarà la prima a sperimentare procedure digitali poggiate su un sistema di validazione sicura, a prova di hacker

Che la blockchain abbia il potenziale per assicurare molte operazioni digitali è un dato di fatto. Aziende, organizzazioni ed enti pubblici già utilizzano piattaforme ad-hoc per certificare e inviare documenti, proteggere le chat tra gli impiegati, raccogliere opinioni e divulgare notizie in forma privata. Ma c’è un ambito che più di altri necessità di una simile rivoluzione, a scopo di sicurezza, ed è il voto cittadino. Gli hacker di Russia (o di dovunque essi siano) hanno posto all’attenzione generale il problema delle infiltrazioni telematiche nei sistemi deputati a raccogliere le preferenze degli elettori, con il rischio che i risultati vengano falsati e pilotati. La tecnologia però può venir in aiuto a trasparenza e correttezza e l’esempio arriva dal Giappone.

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Voto certo

La città di Tsukuba, nella prefettura di Ibaraki a circa 70 km da Tokyo, sarà la prima a sperimentare l’assegnazione del voto in forma digitale su piattaforma blockchain. Il sistema si baserà sull’equivalente giapponese delle tessere sanitarie per verificare l’identità dell’elettore. Attualmente, la soluzione viene utilizzata per consentire ai cittadini di esprimere voti su progetti di utilità sociale, ed è simile alle procedure telematiche attive in vari paesi del mondo, come l’Estonia. Quello che cambia è che laddove le intrusioni di terzi risultano ancora possibili, l’esperimento che verrà avviato in Giappone è stato pensato proprio per evitare le falsificazioni e le manomissioni sui dati registrati.

Ciò avverrà con le ben conosciute catene di validazione, che certificano i passaggi necessari all’immissione della preferenza, alla sua comunicazione ai server centrali e all’archiviazione. Appena qualcuno cercherà di modificare le informazioni, tutti i partecipanti alla catena saranno avvisati, così da analizzare la questione e persino invalidare le elezioni, se opportuno. Curiosamente, Tsukuba è lo stesso centro dove il 1 settembre sono partite le Olimpiadi internazionali di informatica, a cui partecipano quattro giovani italiani: Luca Cavalleri, Andrea Ciprietti, Fabio Pruneri e Federico Stazi. Insomma una città “avanti”, che potrebbe aver trovato il modo di rendere più sicuro l’iter di voto nell’era della digitalizzazione estrema.

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