Il ruolo di Intel nell’era dei super-dati

Il ruolo di Intel nell’era dei super-dati

L’Intel Summit ospitato da Smau 2018 pone un focus sulle tecnologie che hanno cambiato il mondo e su quelle che promettono di rivoluzionarlo

L’apertura dell’Intel Summit di Smau 2018 è affidata a Nicola Procaccio, EMEA Territory Marketing Director e Country Lead di Intel Corporation, che ricorda come il 90% dei dati che girano attualmente in rete sia stato creato negli ultimi due anni. Cosa vuol dire? Che la digitalizzazione ha dato un boost decisivo alla produzione multimediale e ai relativi consumi, con una predilezione, guarda caso, per quei contenuti che sul web pesano davvero, come i video e le foto. Ciò ha comportato la necessità di ingrandire e ottimizzare le dorsali di connessione ma soprattutto le infrastrutture che ospitano le informazioni che viaggiano online e che quotidianamente finiscono sui nostri computer, smartphone, tablet e decine di altri oggetti che inviano e ricevono dati da internet.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Grazie alle nuove tecnologie e alla diminuzione del costo di hardware (-77% quello dello storage), negli archivi, grandi o piccoli che siano, si conservano oggi elementi che provengono da sorgenti differenti e che presto integreranno informazioni ancora più vaste, in arrivo da smart city, robot e auto intelligenti, contesti che il 5G contribuirà ad ampliare. In un tale panorama Intel riveste un ruolo essenziale: “Il passaggio da un mondo di network a uno data-centrico richiede una comprensione più ampia dei sistemi, tale da consentire di guidare e supportare i trend hi-tech del futuro, per il cui consolidamento Intel è un soggetto fondamentale. Pensiamo agli eSports ma anche alla realtà aumentata e virtuale, ambiti che abbiamo spinto fortemente e che hanno tenuto a galla il mercato dei PC, in un momento complicatissimo della loro storia” – spiega Procaccio.

Leggi anche:  Negli Usa le persone scendono in strada con i Vision Pro

Intel ha individuato tre filoni che hanno contribuito a cambiare il settore dell’informatica. Il primo è nell’affermazione dell’era della “distrazione”, per cui crescenti segmenti di tempo vengono occupati costantemente dalla fruizione multimediale. È una legge matematica: più tempo si sta su smartphone e computer e più contenuti si consumano, con esigenze di qualità sempre maggiori. Il secondo trend riguarda il modo con cui lavoriamo: la democratizzazione della tecnologia ha introdotto nuovi paradigmi di produttività, che vedono nello smart working la sua essenza principale. Il concetto di “anywhere and anytime” è il preludio alla connessione perpetua che prima o poi invaderà le nostre città. L’ultima tendenza pone le sue fondamenta su come la tecnica si sta evolvendo, con un abbassamento della soglia di accesso ad hardware avanzato che, inconsciamente o meno, ci porta velocemente verso la nuova età della digitalizzazione di massa.