2019, il futuro nelle previsioni di NetApp

2019, il futuro nelle previsioni di NetApp

AI, IoT, astrazione, multi-cloud e affermazione dei container sono i cinque trend che NetApp ha individuato come trainanti l’IT nei prossimi mesi

Secondo una recente ricerca di IDC, nel 2020 circa l’85% delle aziende a livello globale, anche medio-piccole, avranno un progetto focalizzato sull’Intelligenza Artificiale. Si tratterà di micro-unità, container di servizi che si potranno personalizzare e ampliare. Un punto di partenza che per NetApp Italia diviene fondamentale per disegnare parte di quelle “prospettive” che i trend IT stanno definendo nella nuova era dell’information technology.

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A un anno dalle previsioni 2018, la compagnia ha presentato le “2019 Perspectives”, costituite da cinque veri e propri contenitori di innovazione, in grado di guidare le strategie nei prossimi mesi. A delineare il contesto è Roberto Patano, Sr. Manager Solutions Engineer di NetApp Italia, che ha spiegato nel dettaglio le aspettative di business che sono proprio dietro l’angolo.

“Nelle aziende la trasformazione digitale sta coinvolgendo sempre di più varie linee di produzione ed è qui che la tecnologia sta giocando un ruolo fondamentale quale abilitatore di rivoluzione. Come anticipato da una delle analisi di IDC, vediamo nell’AI un segmento di sicuro interesse, in grado di legare le varie esigenze di digital transformation in giro per il mondo. Il campo dell’Intelligenza Artificiale si svilupperà rapidamente, soprattutto nel cloud. Questo perché la nuvola rappresenta un habitat nativamente pensato per ospitare ed elaborare grandi quantità di dati, soprattutto nei cloud pubblici. Ciò consentirà alle applicazioni AI di offrire prestazioni elevate e scalabili, anche on-premise, così da supportare protocolli multipli di accesso e vari nuovi formati di dati”.

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Il secondo punto riguarda l’IoT. Come afferma Patano: “I dispositivi connessi diventeranno più intelligenti e maggiormente capaci di prendere decisioni in tempo reale. L’arrivo della rete 5G, già in via sperimentale entro la fine dell’anno, permetterà non solo di accelerare il trasferimento delle informazioni tra punti di contatto ma anche di accrescere la qualità del dato. Essenziale dunque il consolidamento dell’Internet delle Cose quali device profondamente integrati nella vita aziendale e dei consumatori, dunque già abilitati a far evolvere le modalità di raccolta e analisi”.

Ma non solo, per Patano, nel 2019 avremo una concreta trasformazione dei servizi di dati in commodity. Gli utenti non vogliono più preoccuparsi di alcuni aspetti dell’infrastruttura, che peraltro spesso non sanno nemmeno dove si trova. Vogliono solo che funzioni e sia sempre disponibile. Grazie a tecnologie quali quelle server-less, ci sarà una crescente tendenza verso l’astrazione dei singoli sistemi e servizi verso data fabric ibridi e multi-cloud. Con l’applicazione di tecnologie predittive e di diagnostica, i responsabili si affideranno sempre di più a piattaforme praticamente invisibili, onnipresenti e necessarie ma completamente automatizzate, sia nella gestione che produzione”.

Di estrema importanza è, stando a NetApp, l’affermazione del multi-cloud come l’architettura IT predefinita per la maggior parte delle organizzazioni grandi, a differenza del cloud provider scelto dalle altre realtà di medie e piccole dimensioni. “Anche attraverso una soluzione di data gravity, si potrà avere coerenza, protezione e sicurezza del dato. Il concetto che accomunerà le diverse esigenze è quello di flessibilità. L’ottimizzazione e la riduzione dei costi, uniti alla convenienza di una struttura leggera ma completa è lo scopo a cui tutti guardano, col fine di raggiungere una economicità che coinvolga varie unità di business. Qualunque sia il percorso scelto, le imprese saranno chiamate a sviluppare politiche e pratiche per ottenere il massimo”.

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L’ultima prediction è legata alla “promessa” del container. In modo particolare, l’approccio del cloud basato sui container semplificherà lo sviluppo di applicazioni su cloud ibrido. Inoltre, nonostante le tecnologie di containerizzazione come Docker continueranno ad avere rilevanza, lo standard per lo sviluppo di applicazioni multi-cloud sarà Kubernetes, con nuove applicazioni in-cloud più fortemente aperte allo sviluppo sull’ibrido, per dar seguito sia a casi d’uso pubblici che on-premise. In questo modo sarà sempre più facile spostare i carichi di lavoro verso il luogo in cui vengono generati i dati e non più il contrario”.