Corvallis inaugura le nuove aule ITS per formare gli specialisti IT del futuro

Corvallis inaugura le nuove aule ITS per formare gli specialisti IT del futuro

Progetto pilota a livello nazionale per la formazione in azienda

Sono state inaugurate alla Corvallis, azienda padovana leader nell’IT, le nuove aule studio destinate ad accogliere i 27 studenti ammessi a frequentare il corso ITS Back end & Cloud developer, organizzato per la prima volta in forma “residenziale” all’interno di una realtà produttiva, progetto unico e pilota sul territorio nazionale.

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Considerata la cronica mancanza di figure tecnico-professionali, il Miur, le Regioni di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, Forema, Assindustria Veneto Centro e la Fondazione Kennedy di Pordenone in stretta sinergia con Corvallis hanno quindi organizzato un percorso formativo strutturato, allestendo all’interno dell’azienda padovana aule corsi dedicate e comfort zone comuni con l’obiettivo di formare tecnici specializzati da impiegare nell’industria di domani.

A fronte di una richiesta del mercato, nei prossimi 4 anni serviranno 1.166 super tecnici ICT. Attualmente queste figure iper-specializzate sono praticamente introvabili, e dunque le aziende devono rinunciare a sviluppare progetti, anche di livello europeo, o pensare di rivolgersi all’estero per trovare persone competenti.

Disoccupazione giovanile oltre il 30% e aziende che non trovano giovani formati sotto il profilo tecnico: vorrebbero assumerli, ma non li trovano. Si stima che saranno 150mila nei prossimi cinque anni i tecnici richiesti nei settori chiave della meccanica, della chimica, del tessile, dell’alimentazione e dell’Ict.

Un paradosso tutto italiano questo del mismatch fra domanda e offerta nel mercato del lavoro che il nostro Paese sta tentando di affrontare con gli Istituti Tecnici Superiori, percorsi post diploma professionalizzanti di due anni. Un’alternativa all’università per gli studenti interessati ad entrare rapidamente nel mondo del lavoro.

In Italia gli iscritti attuali sono 11mila, troppo pochi se si pensa che in Germania le analoghe Fachhochschulen, a cui l’Italia si è ispirata, ne hanno oltre un milione.

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96 gli ITS in Italia. Le Regioni più attive sono Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, ma alcune eccellenze si trovano anche al Centro-Sud.

Con gli ITS il tasso d’inserimento in azienda al termine del biennio si attesta attorno al 92%, con l’eventuale possibilità di veder riconosciuti i crediti acquisiti anche a livello universitario.

Un’ulteriore considerazione: negli ultimi 10 anni gli istituti tecnici italiani hanno continuato a perdere competitività, con 120 mila studenti iscritti in meno e un aumento d’iscrizioni ai licei del + 40%. La questione è quindi culturale, con una scuola che si è in qualche misura «liceizzata» allontanandosi sempre più dalle esigenze pratiche del mondo produttivo.

“Gli ITS – dice il dott. Pietro Orciuolo, Digital Strategist di Corvallis – sono sostenuti da fondi ministeriali, europei tramite le Regioni e la partecipazione di privati che credono nel progetto. Il nostro obiettivo, è certamente ambizioso: creare un modello virtuoso da esportare anche in altre realtà industriali venete e, perché no?, sull’intero territorio nazionale, così da non costringere gli imprenditori a rivolgersi all’estero per reperire risorse destinate ad aumentare la produttività della propria azienda.”