Zoom affronta gli hacker con nuovi aggiornamenti

Secondo Zoom, la Cina avrebbe chiesto di censurare gli attivisti

La piattaforma sta implementando nuove misure di sicurezza per impedire agli hacker di “zoombombare” le videochiamate

Succede sempre così, quando una piattaforma, un servizio o un oggetto hi-tech, diventa popolare, finisce per far coniare termini dedicati, prima inesistenti. Ed è il caso di Zoom, l’app più utilizzata durante la pandemia di Coronavirus per effettuare e ricevere videochiamate, lavorative e non. Gli esperti di sicurezza informatica hanno dunque lanciato il termine “zoombombare” per riferirsi alla recente attività degli hacker che entrano all’interno delle call, per rubare foto, video e possibilmente documenti condivisi dai gruppi.

Ed è il motivo per cui Zoom ha cercato di rafforzare le sue misure di sicurezza, iniziando con il risolvere i problemi già evidenziati dalla community nei giorni scorsi, che purtroppo non fanno che allargarsi. “Vogliamo dare maggiore fiducia, sicurezza e privacy” aveva detto la compagnia ad aprile.

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Zoom lavora per mettere al sicuro le videochat

La sua ultima mossa, rivolta agli utenti gratuiti della piattaforma, sarà implementata il 9 maggio e prevede la necessità, per  tutti, di impostare una password di accesso alle riunioni, anche quelle create da account non premium. Inoltre, dal 30 maggio, ci sarà un nuovo livello di crittografia, con il quale la compagnia afferma “fornirà una maggiore protezione per il rispetto dei dati e la resistenza ad attività di manomissione”.

Intervistato dalla BBC, Jo O’Reilly, vicedirettore di ProPrivacy, ha suggerito che Zoom ha ancora molta strada da fare se si vuole impedire alle grandi aziende come Google di vietare l’uso del servizio. “I problemi più grandi sono la mancanza della crittografia end-to-end, che la rende inadatta a riunioni commercialmente o politicamente sensibili; un gap più difficili da risolvere” ha aggiunto O’Reilly.

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