L’Italia pone le basi dell’eDelivery europeo per il dialogo sicuro e certificato tra gli Stati Membri

L’Italia pone le basi dell’eDelivery europeo per il dialogo sicuro e certificato tra gli Stati Membri

È un riconoscimento alla capacità di visione ed evoluzione del nostro Paese e alla sua credibilità internazionale nella trasformazione digitale

AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, e i Gestori di Posta Elettronica Certificata riuniti in Assocertificatori, annunciano che – grazie al contributo dell’Italia e all’esperienza diffusa della PEC – l’Europa si avvia a testare il primo schema interoperabile di eDelivery qualificato. In questo modo, sarà presto garantito il dialogo sicuro e “senza confini” tra cittadini e imprese di tutti gli Stati Membri con certificazione dell’identità di mittenti e destinatari, oltre che, ovviamente, dei loro indirizzi di posta, dell’integrità del contenuto nonché di data e ora d’invio e ricezione del messaggio.

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“L’interoperabilità è il presupposto fondamentale per un’efficiente e rapida integrazione di processi digitali tra organizzazioni indipendenti. La pandemia ha aumentato drasticamente l’esigenza di strumenti digitali interoperabili a livello europeo. Al tempo stesso per l’obiettivo di un Digital Single Market, sono indispensabili infrastrutture abilitanti, conformi al regolamento europeo eIDAS, quali l’identità digitale, la firma digitale e, non ultima, l’eDelivery” – afferma Francesco Tortorelli, Dirigente responsabile Direzione pubblica amministrazione e vigilanza di AgID – “Proprio in quest’ultimo ambito, da tempo l’Italia ha una leadership unanimemente riconosciuta per qualità tecnologica, varietà di casi d’uso e dimensione di mercato della Posta Elettronica Certificata. Grazie ad una eccellente e proficua collaborazione pubblico-privata con i Gestori di Posta Elettronica Certificata, il nostro Paese sta ricoprendo un ruolo di assoluto primo piano nella realizzazione dell’eDelivery interoperabile europeo”.

Seppur esistano esperienze simili in Paesi quali Germania e Danimarca, non sono paragonabili all’enorme diffusione della nostra PEC. A fine 2020 risultavano attive oltre 12,3 milioni di caselle PEC per circa 2,3 miliardi di messaggi scambiati nel corso del 2020, con un trend in costante crescita.

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L’Italia, mettendo la propria esperienza al servizio dell’Europa, ha guidato un programma internazionale per la definizione, a beneficio degli Stati Membri, dei nuovi standard europei per un eDelivery qualificato, altamente interoperabile e protetto da possibili attacchi di cybercrime grazie a schemi di comunicazione sicuri, riservati e crittografati.

“Il risultato odierno attesta l’altissimo livello di competenza e credibilità raggiunto dall’Italia nel Digital Trust e nella Trasformazione Digitale” – commenta Carmine Auletta, Presidente di Assocertificatori – “La nostra affidabilità è stata valutata anche alla luce della capacità di interoperabilità già dimostrata da tempo all’interno dei nostri confini dove, con ben 19 gestori diversi di PEC e grazie a un sistema distribuito, gli utenti interagiscono abitualmente e senza alcun problema. Ora il sistema deve evolvere rendendo così possibile il dialogo certificato, ad esempio, tra un cittadino di Marsiglia e uno di Napoli o tra un’impresa di Bucarest e una di Rotterdam. Un obiettivo raggiunto grazie all’impegno di tutti noi gestori e alla preziosa guida dell’AgID”.

Il percorso in breve

Nell’ottobre del 2019, AgID istituisce un tavolo nazionale di confronto e studio invitando tutti i gestori della PEC desiderosi di dare un contributo di idee ed esperienze all’importante progetto strategico.

L’adesione è significativa e i membri di Assocertificatori sono sin dall’inizio protagonisti dei lavori, distinguendosi per l’impegno continuo e il ragguardevole investimento di tempo e risorse professionali.

Durante le attività, emerge in modo condiviso l’esigenza di aggiornare gli standard ETSI per renderli idonei e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo di un vero eDelivery interoperabile europeo.

Lo stesso European Telecommunications Standards Institute (ETSI) si dimostra da subito interessato e disponibile a sostenere tale evoluzione.

Nei mesi, il dialogo tra ETSI e il tavolo nazionale si caratterizza costantemente per rispetto reciproco e spirito collaborativo, anche grazie al prezioso contributo dei delegati ai rapporti con l’istituzione internazionale.

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Nel corso del 2020, il gruppo di lavoro assume ufficialmente una dimensione europea, con la partecipazione di rappresentanti dei vari Stati Membri, dando vita a un confronto ampiamente costruttivo e foriero di risultati concreti.

Nel gennaio 2021, l’Europa approva infatti le baseline – cioè il numero minimo di requisiti indispensabili per soddisfare quanto richiesto dalla Commissione UE – proposte dal Gruppo per l’evoluzione degli standard ETSI.

Pubblicati come draft, tali standard sono oggi a disposizione degli sviluppatori che possono sperimentare strumenti ad essi conformi.

Tale fase terminerà a giugno quando sarà effettuato il test conclusivo, propedeutico all’approvazione finale da parte della Commissione europea.