Le sfide della sicurezza nella cultura del lavoro ibrido

CSI Lifecycle, infrastrutture e prodotti IT a costi minori per le organizzazioni

CSI Lifecycle Services: far fronte a risorse limitate, asset datati e minacce alla sicurezza

La cultura del lavoro a distanza ha garantito la continuità aziendale durante la pandemia e continua a farlo. Tuttavia, le organizzazioni, per facilitare il lavoro ibrido, hanno dovuto adottare nuove soluzioni quali “software as a service” (SaaS) e servizi cloud o modificare i propri investimenti tecnologici.

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Sfortunatamente, questo cambiamento rapido e su larga scala, ha generato falle nella sicurezza informatica che sono state temporaneamente trascurate e che ora devono essere affrontate con urgenza per mantenere la competitività aziendale.

Le vulnerabilità sono aumentate e gli attacchi sono diventati più sofisticati. Inoltre, i perimetri di sicurezza si sono ampliati, in quanto non più limitati all’interno delle quattro mura dell’infrastruttura fisica dell’ufficio.

IDC Research stima che un’azienda riceva 150.000 attacchi malware al giorno ed, in media, 500 attacchi informatici all’anno.

Aggiornare regolarmente l’infrastruttura IT

Per combattere gli attacchi informatici le aziende devono disporre di una strategia per garantire la sicurezza dei dati. Si prevede che, entro il 2025, i dispositivi connessi all’IoT dovrebbero raggiungere i 30,9 miliardi. «Questa crescita esponenziale nell’arco di pochi anni sottolinea il ritmo del cambiamento e la necessità di aggiornare regolarmente l’infrastruttura – dichiara Federico Maria Marchese, country manager di CSI Lifecycle Services Italia, azienda globale per la locazione di prodotti IT – tuttavia, la modernizzazione continua ad essere una sfida per la maggior parte delle aziende. Una società su cinque deve fare i conti con vincoli di budget in quest’ambito».

Ritardare gli aggiornamenti dell’infrastruttura IT, secondo IDC Research, può aumentare del 37% la possibilità di violazioni della sicurezza dei dati e del 25% la probabilità di essere multati per problemi di conformità.

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Quando poi dobbiamo gestire hardware obsoleto, inclusi laptop, dispositivi mobili e server, aumentano i rischi di violazioni dei dati e di attacchi informatici. Si stima che un server perda il 14% delle sue prestazioni ogni anno, quindi si consiglia di sostituirlo ogni tre o quattro anni. Solo il 26% delle aziende, tuttavia, prende in considerazione un aggiornamento dei server in questi termini.

Una politica completa di sicurezza informatica deve considerare gli asset dalla loro acquisizione alla loro dismissione. Lo smaltimento dei beni è spesso, purtroppo, un anello debole della catena.

Il modello a noleggio, agile e flessibile

Un metodo collaudato per gestire il nuovo modo di lavorare è considerare il noleggio delle apparecchiature IT. Secondo IDC oltre il 36% delle aziende europee prevede di accelerare l’implementazione di un modello a noleggio entro il 2022. Entro il 2024 si prevede che quasi il 50% delle aziende avrà adottato questa strategia agile e flessibile.

«I vantaggi del noleggio IT sono molteplici. In primo luogo, allevia la pressione sui team IT grazie al supporto della società di noleggio nell’acquisto e nella distribuzione degli asset. In secondo luogo, l’hardware IT entrerà a far parte di una strategia di sostituzione triennale, il che significa, nel medio termine, l’eliminazione dell’hardware obsoleto. In terzo luogo, con i costi delle infrastrutture che passano da un importo a cespite ad una spesa operativa, il budget tecnologico aggiuntivo necessario a superare le sfide di cui sopra potrà essere distribuito sulla vita utile della tecnologia», spiega Marchese.

Disponendo di un’infrastruttura aggiornata, i rischi di attacchi informatici si ridurrebbero del 23% ed un’azienda potrebbe beneficiare – secondo IDC Research – di una riduzione dei costi pari al 22,2% per singolo dipendente.

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