Il lavoro ibrido di Cisco è tecnologia, soluzioni e servizi

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Anche un laboratorio vivente a Venezia per scandagliare tutti gli aspetti anche umani delle nuove modalità di lavoro e rispondere con le soluzioni più adatte

Il lavoro ibrido è arrivato per restare ma saranno le tecnologie a farlo funzionare. Al netto dei vantaggi evidenti di lavorare da casa – più flessibilità e niente stress da traffico – ampiamente compensati da svantaggi altrettanto evidenti – l’ufficio in soggiorno e la surroga dei contatti umani – gli eventi hanno accelerato la trasformazione delle abitudini di buona parte degli office worker (soprattutto le loro) promuovendo una modalità di lavoro, non del tutto nuova, definita appunto lavoro ibrido.

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Lavorare da ovunque ma sempre al meglio

Che cosa è il lavoro ibrido? Dopo buono e bello, l’aggettivo ibrido è probabilmente il più usato nell’epoca del “tutti giorni ce n’è una nuova” e fa il paio con il sostantivo resilienza, con cui condivide il concetto di adattabilità alle situazioni. Per essere pratici, avete presente l’ultima generazione di auto a benzina ma anche elettriche? Usano la batteria per circolare in città e la benzina in autostrada. Ecco, il lavoro ibrido è la stessa cosa: servirsi di ciò che è meglio per svolgere al meglio quel che si vuole o si deve fare in quel preciso momento. Non una cosa o l’altra ma piuttosto un po’ di entrambe.

Qui entra in gioco la tecnologia. Difficile ricavare vantaggi da una riunione via web con un monitor 15 pollici e una connessione ballerina. Per contro, non è facile neanche il ritorno in ufficio di chi si è adattato bene alle nuove situazioni e ne ha tratto più di un beneficio a livello personale. Da questo punto di vista, il fenomeno della “great resignation” – persone che lasciano il posto di lavoro per i più svariati motivi ma non restano disoccupate – desta attenzione anche in Italia. «Le persone hanno capito che c’è un modo nuovo per fare quello che facevano prima – afferma Gianpaolo Barozzi è Director, Purpose Innovation di Cisco – e le organizzazioni che hanno a cuore i loro dipendenti devono dare loro motivi chiari per convincerli a tornare in ufficio, come anche la possibilità di lavorare al meglio da fuori».

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Infrastrutture ed esperienza in un laboratorio vivente

Il lavoro ibrido è un lavoro distribuito. Non conta dove si lavora ma come. Le persone vanno in ufficio per fare attività che non si possono fare da casa o che da casa risultano meno coinvolgenti e di conseguenza meno efficaci. Non è un tema di quantità, diversi studi confermano che lavorare da casa non compromette la produttività, anzi, è piuttosto un tema di equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.

Equilibri che la tecnologia – il vero abilitatore del lavoro ibrido work from home, work from office e work from anywhere – aiuta a raggiungere. Nel corso di un incontro al cybersecurity innovation center presso il museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Barozzi ha parlato di Venywhere, un programma pilota condotto da Cisco in collaborazione con la Fondazione di Venezia e l’Università Ca’ Foscari. Di fatto un esperimento, che si è tradotto nella creazione di un laboratorio vivente dove alcuni dipendenti Cisco sono stati mandati a lavorare e vivere alcuni mesi in una città complessa dal punto di vista dei collegamenti come lo è Venezia. «Per esplorare come Cisco possa entrare ancora di più nel mondo del lavoro ibrido e proporre spazi di lavoro più distribuiti», ha sottolineato Barozzi. Il responsabile delle HR italiane di Cisco, che con Venywhere ha preso la guida di un team internazionale, ha già annunciato che l’iniziativa sarà replicata in altre città, ma stavolta coinvolgendo aziende clienti.

Dall’ufficio allo smart workspace

Nella visione di Cisco, sarà una combinazione di tecnologia, soluzioni e servizi a cementare le basi del lavoro ibrido in tutte le organizzazioni. Anche in modo più spinto di come lo viviamo oggi e che un leader delle reti quale Cisco esplora per creare soluzioni frutto di una delicata simbiosi tra infrastrutture ed esperienza. «Soluzioni che già sono presenti disseminate in tutto il nostro portfolio tecnologico – afferma Michele Dalmazzoni, direttore dell’area collaboration in sud Europa, Francia e Israele per Cisco – pronte a soddisfare ogni esigenza e in particolare di chi vuole essere avanti nelle cose». Primo dei focus è il re-balance space “Per aiutare le aziende a trasformare i loro uffici in spazi di lavoro smart», sottolinea invece Enrico Miolo, leader collaboration manager di Cisco.

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