Apple, il visore di realtà mista ora o mai più

Apple, il visore di realtà mista ora o mai più

Tim Cook non vuole ritardare ulteriormente con il lancio dell’accessorio che aprirà al metaverso della Mela

Tim Cook potrebbe essere l’uomo, al pari di Steve Jobs, capace di traghettare Apple verso la nuova era del digitale. Certo, non avrà il carisma del fondatore della Mela ma con tutto questo vociferare sui visori di realtà mista del gruppo, le potenzialità per dare uno slancio significativo, soprattuto in termini di innovazione, del gruppo di Cupertino ci sono eccome. Il problema è semmai nelle tempistiche. Attendiamo il lancio dei primi visori, o occhialini fate voi, di Apple da almeno due o tre keynote. D’altra parte, l’azienda non ha fatto a meno di condire gli inviti degli uni e degli altri con qualche dettaglio che lasciava presagire proprio novità legate alla realtà aumentata. Prima il logo in 3D, sovrapposto allo scenario circostante, poi una donna che entra nella metro e sparisce sotto forma di bit. Dettagli, elementi, che finora non hanno portato a nulla di nuovo. Ma un recente rapporto del Financial Times racconta di un cambio di passo deciso proprio di Tim Cook verso la presentazione dei visori.

L’amministratore delegato non avrebbe voluto sentire ragioni in merito a un ulteriore rimando del prodotto. I responsabili del design hanno avvertito che Reality Pro, o come si chiamerà, potrebbe non essere ancora pronto per la vendita, consigliando di lavorarci ancora. Impossibile secondo l’AD: ne va di mezzo la credibilità, già in parte intaccata, del colosso americano. Ergo, la prossima conferenza per sviluppatori di giugno, WWDC 2023, con date da confermare, potrebbe essere, probabilmente sarà, l’ultima occasione utile per dare un senso finalmente alle varie indiscrezioni sul metaverso di Apple. Certo, rimarrebbe ancora un’altra finestra di lancio, quella autunnale di norma dedicata agli iPhone ma, evidentemente, il rischio sarebbe di far passare qualcosa in secondo piano. Problemi di abbondanza, certo. Ma l’abbondanza deve pur tradursi in qualcosa di concreto, altrimenti si resta nel circolo delle opportunità perse e mai realizzate. Qualcosa che a Jobs non sarebbe proprio piaciuto.

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