Con ABB riflessioni e idee sulla città sostenibile dei prossimi anni

DiSI City, la sostenibilità digitale delle città metropolitane

Verde e digitale per affrontare la crisi climatica e i cambiamenti sociali. A Bergamo un talk con l’architetto Stefano Boeri e il sindaco Gori in cui si è parlato soprattutto di edifici e comunità energetiche

Se una vera città sostenibile ancora non esiste è il momento di iniziare a costruirla. Mettendo insieme le buone idee che ci sono, i progetti virtuosi che già esistono e le tecnologie che non mancano. Questo il tema del public talk “Raccontiamo la città sostenibile” organizzato da ABB con l’architetto Stefano Boeri e la partecipazione del sindaco Giorgio Gori in una città capoluogo storico e industriale, Bergamo, che sperimenta la transizione ecologica di pari passo con i cambiamenti sociali. Perché la città sostenibile non ha soltanto lo scopo urgente di mitigare l’emergenza climatica, «ma anche – ha affermato Boeri – quello di agevolare il passaggio a un mondo in cui il digitale ha demolito la tripartizione tradizionale che suddivide il tempo in lavoro, residenza e tempo libero».

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Persone, ambiente, energia, digitale. «La città sostenibile mette la persona al centro – ha affermato Gianluca Lilli, senior vice president di ABB Italia – e migliora la qualità di vita dei suoi abitanti, con una mobilità efficiente e una politica delle risorse basata sul non spreco, anche di energia elettrica. Perché nello scenario della città sostenibile l’elettrificazione è uno dei punti chiave – ha rimarcato Lilli – alla luce di una richiesta di energia elettrica che si stima crescerà il doppio rispetto ad altre fonti energetiche».

Digitale per edifici efficienti e comunità energetiche

Di energia elettrica ne consumano tanta gli edifici, quelli nuovi che però potranno essere costruiti in modo più efficiente grazie a materiali e tecnologie come quelle di ABB, e i tanti esistenti energivori dove la tecnologia diventa invece l’abilitatore della riqualificazione. Presente all’incontro anche Guido Davoglio, technical director della società di ingegneria Tekser: «sia che si parli di nuova costruzione che di ristrutturazione, il vettore della trasformazione è l’energia elettrica. Fotovoltaico, geotermico, pompe di calore, eolico, di questo vettore vincente abbiamo anche tutte le tecnologie disponibili per applicarlo. L’upgrade già in corso è renderlo smart con l’aiuto del digitale».

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Strettamente legato al tema degli edifici è quello delle comunità energetiche, l’ecosistema di entità prosumer di elettricità che secondo una proiezione del Politecnico di Milano arriveranno a essere 40 mila entro il 2025 in Italia.  «Il primo passo verso la creazione di una comunità energetica è la generazione distribuita ed è un fenomeno in crescita – ha affermato Maria Cristina Papetti – head of global sustainability di Enel Grids – perché oltre ad aiutare economicamente ha un impatto sociale che crea una condivisione di risorse agevolando la decarbonizzazione». La responsabile di Enel Grids ha citato l’esempio del progetto Urban Futurability di Enel per la città di San Paolo in Brasile «dove l’edilizia sociale affianca una progettazione basata su materiali riciclati, si integra nel verde e punta alla mobilità pubblica elettrica concretizzando un modello virtuoso di città sostenibile». Anche dietro alle comunità energetiche ci sono le tecnologie digitali nella funzione di abilitatore.

La trasformazione di un capoluogo storico e industriale

I punti sono la crisi climatica e i cambiamenti sociali. «Siamo al capolinea di un modo di funzionare delle grandi città che aveva in pochi grandi condensatori di flussi gli epicentri della vita collettiva», ha detto Boeri. «Un’idea di città iniziata nell’800 che ha nei mercati generali, nelle stazioni, nelle fiere, oggi nei centri commerciali e negli stadi, la geografia dei suoi luoghi centrali. Questo tipo di città oggi è in grande difficoltà. Questo fa pensare che sia da un punto della geografia sia da un punto di vista dei ritmi di vita le città tenderanno a muoversi e asseconderanno un funzionamento verso qualcosa di totalmente differente in cui la città funziona sempre più come un arcipelago, fatto di isole e di quartieri, di borghi che hanno una loro autonomia e garantisco senza rischi di congestione l’autosufficienza di chi abita e lavora in quelle aree».

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In questa ottica si lavora già da qualche anno a Bergamo, da dove il sindaco Giorgio Gori ha sottolineato i progressi fatti ma anche la «necessità di politiche sul tema dell’energia per garantirsi una maggiore produzione di rinnovabili e ridurre i consumi. Come anche sulla mobilità, per passare rapidamente all’elettrico e al traporto pubblico, e sull’economia circolare a partire da una gestione sempre più attenta del ciclo dei rifiuti».