Sostenibilità by design

Sostenibilità by design

La sostenibilità è nel DNA di Epson: inizia dalla progettazione, che considera anche la parte di fine vita, per arrivare all’utilizzo dei prodotti

In Epson, la tecnologia è guidata dall’impegno nei confronti della società e dell’ambiente. Un impegno che si concretizza nello sviluppo di tecnologie sostenibili per offrire soluzioni a basso impatto economico e ambientale a persone e aziende. La sostenibilità è un valore presente sin dalla sua fondazione. «Sin da quando, dopo il primo anno di attività, ci si rese conto del possibile impatto sull’ambiente, si adottarono subito delle misure di trattamento delle acque reflue, considerato che la sede Epson è sulle sponde del lago di Suwa, nel nord del Giappone. Era il 1942 e già negli anni Ottanta, prima di tutti, Epson presentò un programma di eliminazione dei CloroFluoroCarburi, responsabili del buco nell’ozono, portandolo a termine prima dei tempi» – racconta Luca Motta, head of sales Office Print di Epson Italia. A ottanta anni di distanza, Epson si è posta l’obiettivo di contribuire, entro il 2025, al mantenimento del surriscaldamento del Pianeta all’interno di massimo 1,5 gradi, come definito dagli accordi internazionali, e, entro il 2050, di diventare una azienda carbon negative e non utilizzare più risorse naturali non rinnovabili. Gli obiettivi intermedi prevedono l’utilizzo di energie rinnovabili entro quest’anno in tutto il mondo, e processi di decarbonizzazione a livello industriale.

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Meno consumi e scelte più green

Al fine di raggiungere questi obiettivi, Epson ha da tempo perseguito lo sviluppo di una tecnologia di stampa sostenibile, la tecnologia di stampa a freddo (Heat-Free), che porta importanti miglioramenti sia a livello hardware che di funzionamento e manutenzione. «Considerando che solo in Italia si stima vengano stampate circa 60 miliardi di pagine A4 ogni anno – commenta Luca Motta – anche solo una riduzione minima dell’impatto energetico di una singola operazione di stampa porterebbe enormi vantaggi». Proprio sulla linea della politica di sostenibilità perseguita, Epson ha annunciato che entro il 2026 non venderà più stampanti laser in tutto il mondo. «Se in tutto il mondo si passasse da laser a getto d’inchiostro – continua Motta – si ridurrebbe il consumo di energia del 52,6% e con le inkjet Epson sino al 90% grazie alla tecnologia di stampa a freddo, una tecnologia presente su tutte le linee Epson, dall’office alle stampanti consumer che, dotate di serbatoi al posto delle classiche cartucce, riduce anche i rifiuti con minore scarto di materiali di consumo, oltre alla ridotta necessità di stoccaggio e trasporto». Essendo le soluzioni già pronte, il risparmio potrà essere realizzato sin da subito sia dai singoli consumatori sia dalle aziende oltre che dagli stabilimenti di stampa grafica e produzione industriale.

Cultura della stampa sostenibile

Rendere i processi più sostenibili è un altro tema che sta a cuore all’azienda giapponese. Su questo fronte, Epson è impegnata nella diffusione di un cultura della stampa sostenibile grazie a iniziative portate avanti con i partner certificati per il ridisegno dei processi di stampa e gestione documentale. «Oggi, Epson – spiega Luca Motta – si prefigura non più come produttore o venditore di soluzioni di stampa, ma come consulente per la digitalizzazione sostenibile del lavoro, accompagnando il cliente non solo nella scelta tecnologiche ma anche nella trasformazione digitale dei suoi processi documentali». Il futuro non si ferma ed Epson quindi si impegna nella ricerca e sviluppo di soluzioni concrete di economia circolare. Una soluzione per tutte indica chiaramente il percorso imboccato: Epson PaperLab. «La tecnologia progettata e realizzata dai laboratori Epson, già disponibile sul mercato, permette di riciclare la carta usata per la stampa direttamente in azienda con un processo a secco che consente un notevole risparmio di acqua, rispetto a quella che comunemente viene usata nei processi tradizionali» – spiega Motta. «Un foglio di carta usato per la stampa può essere rigenerato e riutilizzato sino a 9 volte: tutto con un apparato che al momento ha dimensioni importanti ma a breve assumerà quelle di un grande multifunzione».

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