DiSI City, la sostenibilità digitale delle città metropolitane

DiSI City, la sostenibilità digitale delle città metropolitane

Presentato il nuovo DiSI City. Qual è il livello di sostenibilità digitale delle 14 città metropolitane italiane? Bologna, Roma Capitale e Venezia guidano la classifica. Nono e decimo posto per Torino e Milano

Il 18 aprile, durante la settimana dell’Earth Day, si è svolto il Digital Sustainability Day, il convegno annuale della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. L’evento, che come lo scorso anno è stato ospitato dall’Università Sapienza, a Roma, è stato occasione non soltanto per introdurre al pubblico il DiSI Corporate e la prima Prassi di Riferimento UNI sulla sostenibilità digitale – di cui si è parlato nel precedente articolo di questa rubrica – ma anche per presentare i risultati della nuova ricerca basata sul DiSI City: il nuovo indice, sviluppato dalla Fondazione insieme all’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, che misura il livello di Sostenibilità Digitale delle 14 città metropolitane italiane. La classifica generale emersa dal DiSI City vede, nelle prime posizioni, Bologna, Roma Capitale e Venezia: città nelle quali la consapevolezza dell’uso della tecnologia come strumento di sostenibilità è più diffusa sul totale della popolazione.

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Guardando più nel dettaglio i risultati, potrebbe stupire la bassa posizione in classifica di alcune città fortemente infrastrutturate come Torino e Milano, rispettivamente al nono e decimo posto. Questo, tuttavia, dipende dal fatto che l’indice non misura la diffusione delle infrastrutture, ma quanto le persone le usino consapevolmente in ottica di sostenibilità: in queste realtà, infatti, le infrastrutture tecnologiche sono considerate come una “commodity”, e il loro ruolo di abilitatori della sostenibilità non è percepito da parte dei cittadini. In altre parole, la sostenibilità non è un driver, ma un elemento secondario dell’ampia disponibilità di tecnologie e servizi presenti in questi contesti urbani dove le persone, pur usando tecnologie utili per la sostenibilità, lo fanno senza rendersi conto di questo rapporto funzionale. Emblematico il caso del car sharing, servizio che, nella maggior parte dei casi, viene usato non perché sostenibile, ma perché comodo. «Si potrebbe pensare che sia sufficiente analizzare il livello di adozione di strumenti e servizi sostenibili» – commenta Stefano Epifani, presidente della Fondazione. «In realtà, non si può realizzare la sostenibilità senza una cultura condivisa sul tema, così come senza consapevolezza del ruolo del digitale per raggiungere tali obiettivi».

Tuttavia, quello infrastrutturale è un tema centrale per la lettura dei risultati della ricerca. Infatti, analizzando i dati in relazione alla disponibilità di infrastrutture nelle diverse aree del Paese e all’uso consapevole della tecnologia per la sostenibilità, emerge come la popolazione digitale delle città più svantaggiate dal punto di vista infrastrutturale sia anche quella più attenta alla sostenibilità. «Ne sono esempio Catania, Bari, Messina, Cagliari e Napoli» – continua Epifani. Ed altre in cui il coefficiente di sostenibilità digitale nella popolazione che già usa il digitale in modo consapevole e sostenibile è ben più alto della media nazionale. Qui alle competenze digitali devono necessariamente affiancarsi comportamenti sostenibili, nonché la consapevolezza di ciò che è sostenibile e di ciò che non lo è. Serve quindi un Piano nazionale di formazione al digitale e alla sostenibilità».

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Grande presenza dei territori, veri protagonisti della sostenibilità digitale nei confronti dei cittadini, alla presentazione dei dati: l’apertura della tavola rotonda è stata a cura di Dario Nardella, sindaco di Firenze, nel suo ruolo di Coordinatore ANCI delle città metropolitane, che ha evidenziato l’importanza del lavoro della Fondazione. I dati sono poi stati infatti commentati dagli esponenti istituzionali delle città al vertice della classifica: l’assessore all’Innovazione Digitale di Bologna Massimo Bugani, l’assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale Claudia Pratelli e l’assessore allo Sviluppo economico e Turismo di Venezia Simone Venturini. Significativi anche gli apporti del vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio e del Commissario straordinario del comune di Catania Piero Mattei, in rappresentanza dei primi comuni del Sud.

A cura di Fondazione per la Sostenibilità Digitale