Nokia fa causa ad Amazon e HP per violazione di brevetti video

Nokia fa causa ad Amazon e HP per violazione di brevetti video

Il gigante tecnologico finlandese denuncia un “uso non autorizzato” delle sue tecnologie

Nokia ha intrapreso un’azione legale contro Amazon e HP per il loro presunto “uso non autorizzato” delle tecnologie relative allo streaming video dell’azienda. In un post sul blog, il Chief Licensing Officer di Nokia, Arvin Patel, ha affermato che Amazon Prime Video e i dispositivi di streaming di Amazon violano una serie di brevetti multimediali, tra cui la compressione video, la raccomandazione e la distribuzione di contenuti e aspetti relativi all’hardware. Per questo motivo, Nokia ha intentato azioni legali negli Stati Uniti, in Germania, India, Regno Unito e presso l’Ufficio europeo dei brevetti. Una causa separata è stata intentata contro HP negli Stati Uniti.

“Abbiamo discusso sia con Amazon che con HP per diversi anni, ma a volte il contenzioso è l’unico modo per rispondere alle aziende che scelgono di non rispettare le regole seguite e rispettate da altri”, ha affermato Patel. Il manager ha sottolineato che, nonostante la mancanza di accordi di licenza sui brevetti, Amazon e HP stanno “beneficando in modo significativo” dalle invenzioni di Nokia. Secondo la sua dichiarazione, l’azienda finlandese ha investito oltre 140 miliardi di euro in ricerca e sviluppo per tecnologie avanzate dal 2000, e ora detiene uno dei portafogli di brevetti più abili al mondo nel campo della connettività e della tecnologia multimediale.

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Patel ha sottolineato che il contenzioso non è la prima scelta dell’azienda. Nokia preferisce invece raggiungere accordi amichevoli con le aziende che fanno affidamento sulla sua tecnologia, essendo aperta a “negoziazioni costruttive e in buona fede” sui compensi e sulle royalties per l’uso delle invenzioni chiave. Amazon e HP hanno rifiutato di commentare un contenzioso in corso. Lo scorso ottobre, Nokia ha annunciato una ristrutturazione più ampia dell’azienda, che taglierà fino a 14.000 dipendenti. Si prevede che il trasferimento ridurrà le spese del personale del 10%-15%, risparmiando almeno 400 milioni di euro nel 2024.

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