Fujifilm, ripartenza sprint dopo il riassetto societario

Fujifilm, ripartenza sprint dopo il riassetto societario

La riorganizzazione porta in dote una crescita a due cifre sui principali business di Fujifilm. L’Italia tra le cinque principali filiali in Europa, ma prevista una crescita superiore alla media su fotocamere e stampanti

Da cinque mesi, dopo che Fujifilm Corporation ha deciso di settare l’azienda in due grossi tronconi, alla multinazionale fanno capo a livello globale due società distinte: FUJIFILM Healthcare S.p.A. e FUJIFILM Italia S.p. A. con un portfolio aziendale diversificato in più business. La presenza in Italia con le due società sta contribuendo in modo significativo alla creazione di valore per i diversi utenti dei prodotti Fujifilm permettendo di concentrarsi su varie aree di azione con maggiore flessibilità operativa e competitività nei mercati di riferimento. FUJIFILM Italia S.p.A., possiede un portfolio aziendale diversificato che copre i settori di Graphic Communication, Imaging Solutions (Electronic Imaging, Optical Devices, Photo Imaging), Industrial Products, Business Innovation e Life Sciences. Ogni area di business offre prodotti e soluzioni all’avanguardia e un’integrazione sempre più personalizzata di servizi, progettati in funzione delle esigenze degli utenti e dei clienti. «Un passaggio obbligato» – spiega Guglielmo Allogisi che dallo scorso aprile ricopre la carica direttore generale (COO) di FUJIFILM Italia S.p.A.

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«Quando nel 2022, è stata completata l’acquisizione della società Hitachi Medical Systems S.p.A., l’area medicale si è evidentemente sviluppata richiedendo un focus a sé stante e parallelamente gli altri business anch’essi in forte crescita hanno avuto bisogno di un perimetro di manovra che potesse lasciare campo libero ad alcune azioni completamente differenti rispetto alle attività e alle normali procedure gestite dalla parte di business che presiedo».

Ma attenzione: non è stata una decisione dettata dalla necessità di una ristrutturazione, accompagnata da tagli di costi e personale. Né di un nuovo approccio gestionale legato a difficoltà nel business aziendale. «Al contrario – precisa Allogisi – è stata espressione dell’esigenza di accordare perimetri indipendenti a ogni singolo business con maggiore flessibilità operativa e competitività nei mercati di riferimento».

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CAPIRE IL CAMBIAMENTO

Parliamo di un’azienda che ha nel proprio DNA l’attitudine a gestire il cambiamento senza subirlo. Capacità che risale agli albori della cesura epocale tra analogico e digitale nel campo della fotografia. «La straordinaria trasformazione di Fujifilm è un esempio di resilienza e innovazione, con il declino del mercato della fotografia analogica all’inizio del millennio, il management visionario della multinazionale ha sfruttato il know-how acquisito negli anni per espandersi in nuovi settori: life science, arti grafiche e stampa, semiconduttori, gestione dei dati e healthcare. L’azienda ha quindi saputo riposizionarsi, convertendo oltre 280 brevetti legati al settore pellicole. Una trasformazione unica per il nostro settore».

Oggi, a cinque mesi dallo switch, dati alla mano, tutti i business sono in crescita – come sottolinea Allogisi. «A partire proprio dal mondo della fotografia, sia digitale che analogica, fino ad arrivare alle aree di stampa su carta chimica, alle divisioni Graphic Communication e la nuova Device Technology. Sul fronte B2B, stiamo ottenendo eccellenti risultati grazie all’introduzione delle nuove ottiche Duvo e al potenziamento delle soluzioni industriali».

PROSPETTIVE DI CRESCITA

La strategia di sviluppo del business di FUJIFILM Italia S.p.A. per il prossimo esercizio finanziario e poi nel medio-lungo periodo è tutta scritta nel piano strategico triennale. «Abbiamo una previsione di crescita del 12%, che ci porterà a raggiungere nel 2026 oltre 135 milioni di fatturato. Nel precedente Plan – continua Allogisi – abbiamo raggiunto i risultati di vendita con un anno di anticipo. Oggi, posso affermare che le stime fatte all’inizio dell’anno si sono rivelate decisamente prudenti. I risultati di vendita dei principali business in Italia mostrano infatti una crescita minima del 15%». E tutto questo – «muovendoci con cautela a causa degli ordini arretrati» – commenta Allogisi.

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«Pur avendo previsto un tasso di crescita importante e aver già dato alle fabbriche indicazioni precise sui volumi di vendita per i primi sei mesi del nuovo corso, abbiamo chiuso su alcuni business strategici con back order di milioni di euro». Inoltre – rivela Allogisi – ci sono una serie di aree di sviluppo di business, come la divisione Device Technology, che crescono a ritmi estremamente positivi. «All’inizio dell’anno, abbiamo creato i nuovi team di marketing e vendite. Oltre a ciò, siamo prossimi a finalizzare alcuni importanti accordi di distribuzione, per cui ci aspettiamo risultati al di sopra delle aspettative».

Non solo rispetto alle previsioni di vendita fissate, il mercato italiano promette anche qualcosa in più rispetto alle più importanti country europee. «Per Fujifilm, l’Italia è tra le big-five subsidiary, insieme a Francia, Spagna, Inghilterra e Germania. Ma in alcuni settori – dichiara Allogisi – prevediamo una crescita significativamente superiore rispetto al resto d’Europa. Per esempio, nel segmento delle fotocamere digitali e istantanee stimiamo un tasso di crescita del 20%, così come nel settore Device Technology, grazie alle nuove linee di stampanti multifunzione».