AI: è il tempo dell’adozione

Siamo a un bivio cruciale. L’intelligenza artificiale ha superato la fase di scoperta e sperimentazione, con una spesa in Italia che ha raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2024.

Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, siamo tra i leader nell’utilizzo di strumenti di Generative AI, con miglioramenti significativi in produttività. Ma come passare da un utilizzo autonomo a un piano di adozione integrato?

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La scelta è tra AI come esercizio di stile o come game changer per la trasformazione aziendale. Utilizzo o adozione? Un impiego non governato porta, infatti, al proliferare di tool diversi e output di qualità non uniforme, con effetti pericolosi che si ripercuotono dentro e fuori l’azienda.

Ho riflettuto su alcuni punti chiave per un approccio efficace all’AI. Sicuramente, la governance dei dati è il pilastro fondamentale. Per esprimere appieno il potenziale dell’AI, è essenziale una data governance centralizzata. Servono dati di alta qualità e serve una gestione sicura del dato, evitando silos informativi e garantendo l’accesso controllato. È particolarmente importante in un contesto regolamentare come quello dell’AI Act, che impone obblighi di trasparenza e sicurezza per i sistemi ad alto rischio. L’integrazione con il GDPR richiede misure robuste per prevenire data leak e garantire la protezione dei dati personali.

C’è poi il freno dei costi di adozione. L’AI non è gratuita. Integrare soluzioni di intelligenza artificiale nei processi aziendali richiede investimenti significativi, da decine di migliaia di euro per le PMI a cifre maggiori per le grandi aziende. A cui si aggiunge l’effort di adozione in termini human, affinché l’AI non rimanga un costo e si trasformi in un investimento a valore per il lavoro delle persone e le performance di business. È a tutti gli effetti un investimento strategico che può portare a un aumento della produttività e del vantaggio competitivo. Necessita perciò di un’attenta pianificazione, valutando il ROI e definendo una roadmap chiara per evitare false partenze.

Il terzo punto di attenzione riguarda la scelta di piattaforme straniere che può comportare la non conformità al GDPR, esponendo le aziende a rischi di violazione della privacy e sanzioni legali. Il caso di DeepSeek, bloccata in Italia per violazione della privacy, è un esempio di come le autorità possano intervenire per proteggere i dati degli utenti. Inoltre, l’accesso ai dati personali da parte di entità esterne può aumentare il rischio di data breach e attacchi informatici. Per questo, occorre procedere con cautela nella selezione degli strumenti, assicurandosi la compliance alle normative europee.

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E poi, serve visione trasformativa. L’AI è una general purpose technology applicabile a diversi contesti aziendali: non nasce con una finalizzazione specifica ma è proprio la sua versatilità a rappresentare l’elemento di maggiore forza trasformativa. Proviamo a immaginare un futuro in cui l’AI non solo ottimizza i processi, ma diventa un catalizzatore di innovazione. Integrando Metaverso industriale e IoT, l’AI può creare ambienti immersivi e interconnessi, abilitando decisioni supportate da dati in tempo reale e analisi predittive avanzate. Questo scenario non è fantascienza, ma una realtà che prende forma.

La sfida attuale non è più se adottare l’AI, ma come integrarla strategicamente per generare valore tangibile. Abbiamo compreso le potenzialità degli Agenti di AI, capaci di un “agire intelligente” su compiti a complessità crescente. Per un’efficacia reale, dobbiamo però strutturare un’architettura informativa solida per allenarli e farli diventare nostri alleati nelle decisioni strategiche. Solo partendo da queste condizioni, potremo intraprendere un percorso di trasformazione che generi un reale vantaggio competitivo.

È giunto il momento di avviare percorsi concreti di adozione e cogliere la potenza dell’Agentic Automation, trasformando le promesse in realtà. L’era della sperimentazione è alle nostre spalle. Adesso è il momento di passare all’azione e fare dell’AI un pilastro fondamentale della nostra strategia aziendale.

Andrea Ruscica, chairman & CEO di Altea Federation