#attaccatialtram, intervista itinerante ai Kasabian

Kasabian

E’ stato pubblicato ieri il nuovo album dei Kasabian, “48:13”. E’ composto da 13 brani la cui lunghezza, sommata, totalizza una durata appunto di 48 minuti e 13 secondi. La presentazione? Su un tram rosa shocking per le vie di Milano

«Il modo migliore per ascoltare musica? Comprate un cd»

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Dieci anni di carriera per i Kasabian, gli inglesi Sergio Pizzorno, Tom Meighan, Chris Edwards, Ian Matthews, che tornano dopo il successo dell’album “Velociraptor” del 2011. Il nuovo disco, pubblicato ieri, come titolo riporta la lunghezza complessiva dei brani che raccoglie: “48:13”.

I Kasabian saranno in concerto quest’autunno in Italia: venerdì 31 ottobre al Palalottomatica di Roma e il 1° novembre al Mediolanum Forum di Assago.

Data Manager: Avete scelto di presentare “48.13” con un giro per il centro di Milano su un tram rosa shocking. Su Twitter si poteva seguire la presentazione con #attaccatialtram (i Kasabian sono anche su Facebook).

Kasabian: Per noi è un ‘pink punk’.

Perché proprio questo colore?

Perché noi siamo punk.

Una parola per definire un disco ricco di spunti e influenze musicali?

È un album potente, rumoroso. Riassume i tre generi amati da Sergio, il rock di fine anni ’60, l’hip hop e la musica elettronica. È una sorta di celebrazione che contiene – appunto – rock, hip hop, ed elettronica. Ma è un disco in cui abbiamo cercato di sottrarre invece che aggiungere, mantenendo la forma delle canzone e degli arrangiamenti più essenziale possibile.

Com’è il vostro rapporto con la musica, da ascoltatori e appassionati?

Comprare un cd è il modo migliore per ascoltare la musica. O comprare un vinile.

Sergio, ci spieghi qualcosa del brano “Glass”? Sembra che la tecnologia non vi piaccia…

La tecnologia fa parte della mia vita, non si può farne a meno. Non mi piace quando si arriva al punto in cui l’interazione umana si perde. Se spegnessimo tutto, potremmo iniziare da capo. L’idea è che siamo fatti di vetro: non lo sappiamo, ma se non ci proviamo non lo scopriremo mai.

Tra l’altro, in questo brano c’è un po’ lo zampino di Internet…

Volevo un MC e alla fine su internet ho trovato un tizio di nome Suli Breaks, artista di spoken word. Ho ascoltato un suo pezzo e mi ha molto colpito: Suli era incredibile e quello sarebbe stato il modo perfetto per chiudere il brano. “Glass” rappresenta un momento importante del disco: quando l’ascolti, pensi: ‘Chi è questa band? Cos’è questa musica?’. È come una terra inesplorata e ne sono entusiasta.

Sembra che il cinema vi influenzi molto.

L’ispirazione arriva da tutto, non bisogna mai smettere di cercare spunti. Il cinema è uno di questi, ed è una grande passione. I film ci regalano momenti di evasione, come fa la musica. Ennio Morricone, in fatto di colonne sonore, certamente è un grande punto di riferimento.

Arrivano i Mondiali, parliamo di calcio: il vostro pronostico?

Chi lo sa, forse vincerà la Spagna. Noi tifiamo Italia.

 

Photo credits: Charlie Gray

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