CartaSi conta i giorni alla crisi, addio nel 2014

Quando finirà la crisi? Torneremo a spendere come prima? Tecnici ed esperti provano a rispondere alle paure degli italiani, con una speranza lunga un anno

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L’Italia s’è desta, o almeno ci prova. SI guarda avnti almeno per altri 12 mesi durante i quali gli italiani riprenderanno a spendere, soprattutto con carte di credito. L’uscita dalla crisi è prevista nel corso del 2014, quando la spesa tramite carta supererà gli 80 miliardi di euro, un aumento di 4 miliardi di euro rispetto al 2012.

L’Osservatorio CartaSi

Se l’uomo comune è di certo quello più colpito dalla crisi “reale”, c’è da dire che ve ne è una “finanziaria” che segna il paese indelebilmente. L’Osservatorio Acquisti CartaSi 2013 lancia una previsione di spesa con carta di credito che può essere, a ben vedere, un indizio di come potranno andare le cose in generale, almeno nel contesto dei consumi. Se per il 2013 il trend della psesa crescerà dello 0,8%, nel 2014 la cifra salirà fino al 2,4%, un significativo balzo in avanti. Così come l’Italia ha vissuto diverse conformazioni della crisi da regione a regione, la ripresa sarà graduale, variegata e assolutamente non simmetrica. “CartaSi è da sempre attenta a cogliere le sfide del mercato per aiutare il paese ad uscire fuori da momenti di criticità – spiega all’evento di presentazione dell’Osservatorio a Milano Roberto Romanin Jacur, Presidente di CartaSi – la società è ora in grado di supportare le proprie banche attraverso l’offerta di prodotti e servizi innovativi come l’e-commerce, l’NFC, il mobile“.

La ripresa è lenta ma c’è

E’ Francesco Pallavicino, Responsabile Scenari di Mercato e Posizionamento di CartaSi a spiegare le tendenze dell’ultimo anno e le previsioni per il prossimo: “Abbiamo avuto un trend ben sotto l’inflazione – spiega – questo vuol dire che il mercato sta reagendo bene allo sforzo, socio-economico, di risollevarsi non senza pochi sacrifici per tutti i cittadini“. Le categorie che più di altre tengono vivo il mercato dei consumi sono il turismo e la tecnologia che, soprattutto grazie al commercio online, non hanno subìto una flessione pesante come il resto delle categorie.

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Saldi: croce e delizia

Il calo più rilevante è senz’altro quello che si è fatto registrare nel periodo dei saldi. Sia quelli estivi che natalizi presentano riscontri negativi che, rispetto all’anno precedente, rappresentano il danno maggiore all’industria consumistica nostrana. Spiragli di speranza arrivano dal web, grazie al commercio elettronico che rappresenta il vero cambiamento nelle abitudini di acquisto degli italiani. Gli acquisti online hanno mandato in pensione tipologie di consumo che sembravano immortali come il negozio fisico, l’orario di vendita, i saldi stagionali. Secondo Lorenzo Codogno (nel video sotto), Dirigente Generale Analisi e Programmazione Economico-Finanziaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Il passaggio dalla crisi finanziaria a reale ha portato una rimodulazione dei comportamenti di acquisto, con una riduzione della spesa dei prodotti fisici. Anche un periodo <<favorevole>> come quello pasquale ha vissuto un brusco calo con un -8,9% degli acquisti rispetto al 2012“.

 

 

Segnali di crescita

Ma allora il panorama, almeno fino al 2014, resta davvero così grigio? “Le tendenze in atto e le prospettive future fanno ben sperare – secondo Renato Borghi, Vice Presidente Delegato di Confcommercio – soprattutto nel settore della mobilità e del turismo (+ 6,3%) e alla spesa per alberghi e ristoranti (+ 1,6%). Nel prossimo anno terranno bene il commercio dell’informatica, beni e servizi professionali (+ 4,5%) a differenza di alimentari (- 0,2%) e beni per la casa (- 0,8%) che faranno registrare sensibili cali tra il 2013 e il 2014“. In sintesi ci aspetta un anno in cui il reddito diventa fondamentale  per l’impatto che avrà sui comportamenti a medio e lungo raggio. Il cambio di paradigma è in realtà solo apparente. “Non basta dire che il mercato si riprenderà – sottolinea Daniele Manca, Vice Direttore del Corriere della Sera – ma bisogna continuare a comportarsi da italiani, ovvero da risparmiatori, pronti a costruirci da soli il nostro futuro per affrontare in serenità altre mille crisi“.

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