In fase di stallo l’ingresso in Wall Street di Groupon

La società di Chicago che ha dato vita al nuovo mercato del commercio elettronico, reinventando la formula del coupon in stile internet, deve affrontare il suo momento più difficile

Un successo inaspettato quello della web company che vuole replicare quanto già successo per Linkedin e anticipare la discesa in borsa di Facebook, quest’ultima prevista nel corso del 2012. Successo ottenuto su scala globale che sta rapidamente contagiando l’acquisto in rete.

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Da una parte sorgono perplessità sulla solidità del business, dall’altra l’estrema volatilità delle borse fa vacillare l’esito delle operazioni finanziarie. Le condizioni attuali ispirano cautela tra gli investitori. Certo, se non ci fosse stato di mezzo il dissesto planetario che ha sconvolto la finanza globale sarebbe stato diverso.

Groupon deve invece fare i conti con un mercato altamente influenzato da tentazioni speculative. Non aiuta la recente richiesta della Commissione di Sicurezza americana che ha dettato a Groupon regole più stringenti riguardo al bilancio societario: nel fatturato è stato così richiesto di conteggiare unicamente la parte core delle vendite escludendo la quota dovuta agli intermediari. Il fatturato del 2010 si è così più che dimezzato passando da 700 a poco più di 300 milioni di dollari. Un duro colpo per Groupon a seguito del quale il valore della società potrebbe essere drasticamente ridimensionato.

Operativa dall’inizio del 2009, l’ecommerce company riesce a incrementare il proprio numero di utenti con un’accelerazione da brivido. Basti pensare che a marzo di quest’anno i sottoscrittori del servizio erano 83 milioni mentre a fine giugno erano 116 milioni. Quanti di questi siano clienti attivi e quanti invece sono clienti dormienti, ovvero coloro che hanno sottoscritto il servizio per uno sporadico acquisto, non è dato sapere. La profittabilità di Groupon è incerta e la pandemia finanziaria mette a rischio l’esito di una sua prossima capitalizzazione.

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