Kindle, un vero business per Amazon, ma non per i giornali

Il 70% del costo per l’accesso ai giornali via Kindle va nelle tasche di Amazon, solo il 30% è la percentuale riconosciuta agli editori
Negli Stati uniti sono ormai 37 i giornali che prevedono la possibilità di essere letti tramite il lettore elettronico Kindle di Amazon. Il costo medio dell’abbonamento mensile è di circa 10 dollari. Il prezzo più alto è quello imposto dal NYT, 13,99 dollari mese, quello più basso è proposto dal San Francisco Chronicle, 5,99 dollari mese. In base a quanto riportato dal New York Times, il 70% dei ricavi va nelle mani di Amazon che, di fatto, rappresenta il costo di distribuzione, in quanto responsabile dell’erogazione del servizio attraverso la connettività wireless offerta da Amazon Whispernet.
Il costo del Kindle attualmente in circolazione, schermo a sei pollici è di 359 dollari mentre il modello deluxe atteso per quest’estate, schermo da 10 pollici, avrà un costo di 489 dollari.

Chi potrebbe guadagnare di più da un progressivo numero di persone che volessero leggere il giornale su un ebook non sono i giornali, ma Amazon. Se il costo di compensazione dovuto ad Amazon si aggira sul 70%, i ricavi per gli editori sarebbero del 30%, ovvero, facendo riferimento al prezzo medio degli abbonamenti mensili, equivalente a circa 3 dollari mese. Non solo, ma l’utilizzo dell’ebook, basandosi sugli attuali rapporti tra giornali e Amazon, potrebbe avere effetti controproducenti per gli editori. Se l’ebook si configurasse come alternativa alla carta stampata sottrarrebbe infatti una quota consistente di ricavi ai giornali stessi poiché invece di 30 dollari al mese la quota di fatturato per singolo utente si ridurrebbe a 3 dollari. Un rapporto 1 a 10, quindi. Pur prevedendo un risparmio derivabile da un risparmio di costi di produzione e distribuzione del giornale cartaceo, solitamente stabilito in una percentuale variabile tra il 60-70%, il valore medio del lettore, e i margini di guadagno sostenibili, non sarebbero superiori a quelli della carta.

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Solo se il contratto con l’intermediario del servizio, ovvero Amazon, dovesse prevedere una quota non superiore al 50%, i proprietari dei giornali potrebbero conseguire una profittabilità migliore di quella attualmente conseguibile dalla vendita del giornale cartaceo.