Il contrattacco di Zuckerberg

Pare che il padre di Facebook si senta maggiormente stimolato a creare metodi di sicurezza più efficaci se colpito sul personale.

Solo così si spiega, a distanza di poche ore dall’hackeraggio del suo personale profilo di Facebook, l’iniziativa di due nuovi strumenti per la prevenzione di attacchi da parte di pirati informatici, rivolta agli utenti del popolare social network.

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La prima misura consiste nell’utilizzo del protocollo https, che garantisce trasferimenti nel web di dati riservati. Perciò, a breve, assicura Facebook, gli utenti avranno la possibilità (anche se a mio avviso sarebbe meglio utilizzare la parola “diritto”) di abilitare l’uso di questo protocollo, consigliato soprattutto se si accede alla rete da luoghi pubblici.

L’altro strumento di difesa prende il nome di “autenticazione sociale”. Di solito sul web per verificare la reale autenticazione di un utente si utilizza il “captcha”, quella scritta distorta che contiene un codice da digitare. Al posto di questo espediente, Facebook mostrerà alcune foto degli amici dell’utente, chiedendo di indicarne il nome. “Gli hacker possono conoscere la tua password, ma non sanno chi sono i tuoi amici”, chiosa il social network.

Almeno per questa volta non saranno serie infinite di codici a determinare la nostra privacy, ma qualcosa di decisamente più “social”.

 

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