Stampanti 3D: negli USA passa la “licenza di sparare”

L’Ufficio Federale accoglie la richiesta della Defense Distributed di vendere armi da fuoco stampate in casa

È strano che un Paese che più di una volta piange vittime per omicidi con armi da fuoco si permetta poi dei colpi di coda del genere. Defense Distributed è un progetto open source per realizzare armi da stampanti 3D. La notizia è che qualche ora fa ha ottenuto la licenza federale per costruire e vendere armi da fuoco. L’organizzazione ha annunciato il via libera dalla fanpage su Facebook, con un’immagine di una licenza e il testo “Il lavoro ha inizio”. Con l’approvazione del Governo degli Stati Uniti, la Defense Distributed che ha come capo Cory Wilson, può vendere e trasportare i pezzi prodotti ma con la necessità di realizzare un registro con tutti i prodotti e le transazioni effettuate.

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La licenza

L’azienda, che è una no-profit, ha sviluppato diversi prototipi negli ultimi mesi, tra cui una semi-automatica in grado di sparare più di 600 colpi. Wilson ha presentato la richiesta all’ufficio federale per l’Alcohol, Tabacco e Armi da fuoco nell’ottobre del 2012. Tuttavia non potrà dare il via alla produzione fino a quando non riceverà un’aggiunta alla sua licenza che permette di creare una più ampia gamma di armi come fucili automatici. L’aggiunta alla licenza è chiamata Class 2 Special Occupational Taxpayer, che permette alle organizzazioni di vendere armi e compensare i costi per le stampanti 3D e i materiali di costruzione. Al di là della “conquista” di una licenza ufficiale per produrre strumenti del genere, sarebbe interessante soffermarsi qualche minuto sulle implicazioni nel breve periodo.

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Etica a stelle e strisce

Chiunque, a questo punto, può stamparsi la sua personale arma da fuoco. Scommettiamo che se si spulcia il web già si possono trovare tutorial a disposizione e visto il probabile boom delle stampanti 3D consumer, i produttori avrebbero tutto l’interesse nel distribuire un prodotto che dalla nicchia passi alla massa. Del resto, chi produce stampanti che permettono la creazione di oggetti tridimensionali non sarebbero accusati di alcun reato: un conto è vendere la piattaforma, un altro fregarsene di quello che con la piattaforma viene prodotto. Non a caso molti big USA vogliono tenersi alla larga dal traffico di armi: Groupon solo qualche mese fa ne aveva bloccato le vendite. Come la prenderà Mr. Obama?