Getto d’inchiostro o laser? Come ridurre i costi del printing

Le stampanti a getto d’inchiostro diventano sempre più competitive in termini di efficienza, price/performance e total cost of ownership. La ricetta di Epson

 

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Davide di Scioscio business manager office products di EpsonNel mondo del printing si tende a credere che il laser sia in assoluto la tecnologia più valida e affidabile e che le stampanti a getto d’inchiostro costituiscano la scelta più adatta per ambienti domestici e non per ambienti professionali e aziendali. Bene, se questa è la vostra opinione, vi sono buoni motivi per ricredervi. I dati – come spiega Davide di Scioscio, business manager office products di Epson (www.epson.it) – lasciano, infatti, intravedere un’altra verità. Come dire, la realtà, spesso, è ben diversa dai luoghi comuni.

 

PIÙ INKJET MENO LASER

Innanzitutto un po’ di chiarezza sui numeri. «La tecnologia laser, pur rimanendo la tecnologia largamente più utilizzata – afferma di Scioscio – tende a ridimensionarsi per effetto dell’apprezzamento e consenso che la tecnologia inkjet incontra progressivamente sul mercato». Quali sono i motivi che determinano un rinnovato interesse per questa categoria di dispositivi? «Semplice, risponde di Scioscio. L’inkjet è una tecnologia che si dimostra sempre più competitiva in termini di total cost of ownership, cioè di costo totale di possesso».

WORKGROUP CON INKJET

Nell’opinione di Scioscio vi è poi un altro fenomeno che sta rendendo l’inkjet più attraente. «La tendenza odierna è di bilanciare i dispositivi di stampa tra dipartimentale, workgroup e personale, in base all’organizzazione del lavoro nelle aziende, che tende a far lavorare le persone in piccoli gruppi. La logica aziendale che si sta imponendo oggi – spiega di Scioscio – privilegia il far lavorare le persone in piccoli gruppi, con una più forte decentralizzazione e distribuzione dei dispositivi di stampa. È un trend che ha favorito, e favorisce, un rinnovato interesse verso questo tipo di tecnologia».

DINAMICHE DI ACQUISTO

Insomma, secondo Epson, più diminuisce il numero di utenti per stampante più diventa economicamente sostenibile la scelta della tecnologia a getto d’inchiostro, soprattutto dove gli indici di stampa non superano le tremila pagine colore al mese o le 10mila in bianco/nero. Queste considerazioni sono suffragate dai dati IDC che evidenziano come, a partire dal 2005, nel mondo business si stia assistendo a un progressivo aumento di unità inkjet e a una conseguente contrazione del volume di dispositivi a tecnologia laser. Una tendenza che viene considerata in ulteriore e progressiva affermazione nel medio e lungo periodo e che premia la politica messa in atto da Epson. La società, infatti, pur disponendo di un’affermata e ampia gamma di offerta nel settore laser, è riuscita negli anni a consolidare e fare evolvere l’inkjet attorno all’attuale linea di stampanti WorkForce Pro.

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EPSON IN ITALIA

Le cifre testimoniano il successo dell’impegno di Epson. «In Italia – afferma di Scioscio – l’azienda detiene il 45% di market share sul volume complessivo di stampanti a getto di inchiostro business vendute nel corso del 2012. Su un mercato di circa 75mila pezzi, circa 35mila sono marchiate Epson, che si rivela essere il numero uno italiano per questa tipologia di stampanti». I numeri sono ancora ben lontani dal laser, «che vanta circa un milione di dispositivi venduti per anno» – prosegue di Scioscio – «ma le percentuali di crescita esprimono chiaramente il trend in atto. Il comparto business inkjet cresce del 10,5%, mentre il comparto laser in A4 diminuisce del 15,7%».

COSTI DI GESTIONE

Ci sono buone ragioni che hanno condotto i clienti a orientarsi verso una tecnologia alternativa al laser. Performance, prezzo, costi di gestione soprattutto. «Quest’ultimo è un aspetto ancora poco conosciuto e sottostimato – dice di Scioscio – come del resto evidenziano i risultati della ricerca da noi commissionata alla società indipendente Coleman Parkes, ricerca condotta su scala europea intervistando 510 micro, piccoli e medi imprenditori che operano nel settore dei servizi professionali in Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna e Germania».

AUMENTARE L’EFFICIENZA

L’indagine evidenzia alcuni fatti importanti. In generale, manca un criterio di efficienza nella gestione del parco stampanti. Da una parte, vi sono le cattive abitudini degli utilizzatori, dall’altra si dimentica troppo spesso che la scelta più opportuna nella tecnologia di printing può incidere significativamente sul risparmio e relativa riduzione dei costi. «Un laboratorio indipendente – spiega di Scioscio – ha messo a confronto una stampante multifunzione Epson WorkForce Pro a getto d’inchiostro con unità laser di pari prestazioni, sottoponendole al carico tipico di una piccola azienda o di un gruppo di lavoro (800 pagine al mese, di cui il 35% a colori), scoprendo che, nell’arco di tre anni, la prima costa meno della metà rispetto alla laser più conveniente. La stampante multifunzione Epson richiede tra materiali di consumo ed energia elettrica, 752 euro. Per effettuare lo stesso carico di lavoro con la sua più vicina concorrente laser sono necessari invece 1.631 euro. Una differenza notevole e che aumenta con l’aumentare delle pagine stampate. Un altro dato significativo messo in risalto dall’indagine riguarda la scarsa efficienza nella gestione del printing che genera uno spreco di 299 euro l’anno per stampante inkjet, che diventano 538 nel caso di una laser».

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COMBATTERE GLI SPRECHI

«In Italia, l’uso inefficiente del printing – dice di Scioscio – comporta uno spreco complessivo di 20 milioni di euro, per la maggior parte dovuto alle stampanti laser, visto che sono la maggioranza del parco installato. Vi è necessità di un monitoraggio costante ed efficace. Dalla ricerca emerge, infatti, in tutta evidenza, un’attenzione inadeguata sui dati riferibili all’uso della stampante». Ecco, quindi, che Epson mette a disposizione un servizio, Print & Save, per aiutare i clienti a comprendere dove e come migliorare i processi di stampa e rendere così più efficiente il proprio parco installato, eventualmente scegliendo la tecnologia più opportuna, tenendo presenti alcuni essenziali avvertenze. Costi, innanzitutto. «L’inkjet presenta costi di stampa per pagina inferiori fino al 50%, minor consumo energetico, minore spesa consumabili e minore costo di manutenzione. E’ inoltre falso pensare che una stampante laser abbia sempre e comunque maggiore autonomia di funzionamento». Non è vero, per esempio, che le taniche d’inchiostro siano molto piccole. «Le inkjet Epson – afferma di Scioscio – permettono un’autonomia che varia dalle tremila e 400 pagine a colori alle 10mila pagine monocromatiche per ricarica. Le laser sono più veloci? Falso. Magari lo sono per numero di pagine al minuto quando si stampano documenti di molte pagine in varie copie, ma sono più lente nell’uscita della prima pagina. E dato che circa il 50% dei documenti stampati è composto da meno di 7 pagine, nella quotidianità dell’ufficio le inkjet sono di fatto più veloci e produttive. Lo dimostra il test cui abbiamo fatto riferimento in precedenza».

MONITORAGGIO E TRASPARENZA

Riguardo alla cattiva gestione e al danno economico, le politiche da mettere in pratica, secondo Epson, riguardano l’organizzazione e distribuzione della tecnologia: spingere dove possibile un maggiore decentramento. «L’esperienza ci insegna – conclude di Scioscio – che la stampante utilizzata e gestita per gruppi di lavoro permette di avere un controllo più diretto sulla stampa, riducendo, per esempio, il numero di stampe abbandonate. In una stampante dipartimentale, la media delle stampe abbandonate si stima sia di circa il 20%. E’ quindi di grande importanza mettere in atto un’attività di monitoraggio con l’obiettivo di rendere trasparente il costo copia di ogni stampante, scegliere la tecnologia di stampa più adatta in modo da incidere in modo significativo sui consumi, sia energetici che di gestione». 

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