Processi, strumenti e informazioni


Quando queste mie brevi considerazioni saranno pubblicate, lo scenario politico-economico nel nostro Paese potrebbe essere già cambiato. Gli sviluppi dei timidi segnali di ripresa dell’economia europea, annunciati nelle scorse settimane, sono appesi a un filo. È in questo contesto, all’interno di un ciclo storico tutt’altro che positivo, che i manager italiani sono chiamati da anni a governare, sostenere, far prosperare le proprie imprese. In questo mare imperscrutabile, l’impresa assomiglia più a un transatlantico che a una barca a vela di 12 metri: monitorare lo stato dei motori, controllare mare e fondali, verificare le previsioni meteorologiche, governare velocità e direzione – tutte queste operazioni richiedono un’adeguata strumentazione, con un transatlantico non si naviga a vista. Il governo di una grande nave richiede poi la presenza di una gerarchia ben definita e l’utilizzo di processi codificati: l’equilibrio tra questo rigore e la flessibilità necessaria per reagire tempestivamente ai mutamenti interni ed esterni sta nella velocità, nella disponibilità, nella affidabilità delle informazioni a tutti i livelli di controllo.

Questo è – oggi – ancora più vero per le nostre imprese: la qualità dei processi, degli strumenti e delle informazioni è sempre più fattore critico di successo per la sopravvivenza e la prosperità dell’azienda. Per questa ragione la domanda che un manager del nostro settore si pone può riassumersi così: «Può un partner ICT contribuire al valore d’impresa dei suoi clienti con servizi e soluzioni in grado di garantire che i tre asset – processi, strumenti e informazioni – siano capaci di sostenere la sfida con il nostro tempo»?

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La risposta che possiamo dare in questo scenario parte, a mio avviso, da alcune semplici linee guida.

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Primo. Ogni intervento evolutivo sui sistemi informativi deve considerare in modo sinergico i processi, gli strumenti e le informazioni. Secondo. Pensare alla revisione dei processi vuole dire più che mai fare attenzione alla sostenibilità e alla rapidità nella loro attuazione ma anche alla misurabilità delle loro prestazioni. Terzo. Pensare agli strumenti significa non solo definire i requisiti in funzione dei processi ma anche scegliere con attenzione il momento della loro adozione, per ragioni di costo e di opportunità: tutto il resto (affidabilità, performance, integrabilità…) deve essere una commodity assicurata dal vendor o dal system integrator. Quarto. Pensare alle informazioni vuole dire identificare e selezionare in un oceano di big data quelle realmente utili in funzione delle finalità da garantire, per verificarne e migliorarne la qualità, rendendole disponibili in modo comprensibile, utilizzabile, controllato.

Questi quattro punti chiave possono apparire criteri generali, ma un’azienda che provi ad applicarli alle soluzioni e ai servizi che si accinge ad acquisire potrà trarne sicuramente beneficio.

In System Evolution, rispettiamo questi principi nella composizione e nell’arricchimento della nostra proposta di valore. In particolare, nel settore bancario e assicurativo, che costituisce una quota importante del nostro mercato, abbiamo organizzato le competenze e capacità in un portafoglio di servizi in cui nessuna delle prospettive è mai trascurata. Ne è un esempio la nostra offerta di information management, con un team costituito da più di cento professionisti in grado di padroneggiare le principali tecnologie di mercato. Al suo interno, il team comprende specialisti con conoscenza dei principali processi bancari e assicurativi. Per alcuni processi, le soluzioni sono state ingegnerizzate in specifici acceleratori (modelli dati, specifiche funzionali, template di processo) in grado di favorire in corso di progetto l’insediamento rapido di soluzioni immediatamente produttive. In ogni progetto proponiamo una specifica componente formale di data quality, a garanzia della completezza e dell’accuratezza delle informazioni gestite.

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Matteo Cucco
CEO di System Evolution