SECURITY – IL CASO DEL LAPTOP SCOMPARSO

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Se il bambino del grande schermo grida “Mamma, ho perso l’aereo!”, genitori e zii salgono in tempo sul volo ma dimenticano o si fanno scippare il computer portatile

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Potrebbe sembrare il titolo di un giallo mozzafiato. Niente affatto. “Airport Insecurity: The Case of Lost & Missing Laptops” non è nemmeno l’ultima frazione della serie di Indiana Jones.

Il documento in questione – capitatomi incidentalmente tra le mani qualche giorno fa – è il risultato di uno studio eseguito dagli esperti del Ponemon Institute e sponsorizzato da Dell. Dati e statistiche raggelano chi sfoglia le pagine e pensa quante volte – magari nei frettolosi spostamenti in aeroporto per non perdere il volo o in stazione alle prese con la calca in biglietteria o sui binari – ha corso il micidiale rischio di smarrire o farsi portar via il personal computer portatile.

Chiunque provi simile brivido può ritenersi in ottima compagnia. Conosco decine di Vip (qualche ministro incluso) – tutte persone attentissime e meticolose – che hanno pregato il mio team o me personalmente di fare un miracolo e ritrovare il costosissimo laptop spesso semplicemente dimenticato in una sala d’attesa o in un vagone ferroviario.

Già, il “costosissimo laptop”. Il problema di molti è il dover ricomprare l’oggetto e magari dover dare spiegazioni della propria imbarazzante leggerezza all’atto dell’acquisto. Gente fortunata, questa. E nel caso il portatile fosse solo un gadget da ostentare può darsi che la loro seccatura abbia solo risvolti finanziari o di immagine.

Ma se quel dannato laptop non era solo un elegante groviglio di chip, led, circuiti e tasti, la storia cambia. Se era lo scrigno di chissà quali segreti istituzionali, industriali, professionali e – perché no? – personali, il dramma non riguarda quei due o tremila euro di spesa da sostenere e la figura barbina per la veniale sbadataggine.

Il dramma dello smarrimento o del furto del laptop può assumere dimensioni titaniche e a rifletterci con calma le conseguenze non faticano a essere apocalittiche. Il disco fisso contiene un pezzo – sovente significativo – della nostra vita e di quella della realtà di appartenenza. Cosa può accadere all’accensione del Pc da parte di uno sconosciuto? Dove possono finire certe informazioni riservatissime? Quali mosse potrà fare un ipotetico avversario disponendo del background e delle prospettive di un importante affare in dirittura d’arrivo.

Lo studio del Ponemon Institute ha mirato ad approfondire le modalità con cui i principali aeroporti (attraverso Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Spagna, Italia ed Emirati Arabi) affrontano questo problema: la ricerca ha consentito di acquisire dati circa la frequenza di accadimento, l’area in cui si verifica l’inconveniente (security checkpoints, gates di partenza, zone commerciali, lounges e sale d’attesa…), le dinamiche di ricerca e intervento.

L’altro lato – quello più oscuro e intrigante – dell’analisi effettuata riguarda la coscienza e lo sconforto dei malcapitati a seguito del disgraziato evento. è particolarmente interessante scoprire le più disordinate reazioni: i comportamenti spaziano dalla totale irrazionalità e dalla babelica confusione dei neofiti allo sforzo metodico di rispettare una procedura strutturata ed efficace dei soggetti “combat ready”.

Chi pensa di aver corretta percezione del fenomeno potrebbe rimanere stecchito dai risultati del survey: ogni settimana – tra Usa, Europa ed Emirati – 16mila “business travellers” smarriscono o si fanno portar via l’affezionato laptop.

Un altro valore interessante salta fuori quando si scopre che, negli aeroporti europei soltanto il 43% dei computer portatili recapitati nelle strutture “Lost and Found” vengono reclamati dai legittimi proprietari. Un’utenza malfidata? Crollato il mito della “Spes ultima dea”?

E’ effettivamente strano, specie se si considera che il 49% dei viaggiatori europei e il 53% di quelli statunitensi dichiarano che il computer custodiva informazioni riservate o comunque non destinate a esser divulgate e ammettono al contempo di non aver adottato nessuna cautela…

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