SEPA e PSD. A che punto siamo?

Per i sistemi di pagamento innovativi è fondamentale l’adeguamento alla SEPA e PSD per offrire, a costi competitivi, servizi in linea con la nuova operatività europea. Il settore sta proponendo nuove soluzioni e nuovi modelli funzionali
 

SEPA e PSD. A che punto siamo?L’ultima relazione annuale della Banca d’Italia (www.bancaditalia.it) ha evidenziato che il numero delle operazioni effettuate con strumenti di pagamento diversi dal contante continua a crescere ancora troppo lentamente: in Italia su 100 pagamenti, 86 sono ancora effettuati in contanti. Nel 2012, in particolare, sono state regolate solo 73 operazioni pro capite con strumenti alternativi, contro le 188 dei paesi dell’area dell’euro, 180 dell’UE-27, 284 dell’UK e ben 367 degli USA. L’affermarsi di sistemi di pagamento più evoluti non rappresenta solo un vantaggio in termini di comodità e sicurezza, ma anche un importante volano di crescita, oltre a un risparmio di costi e al contrasto all’economia sommersa.

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L’anno scorso gli utenti attivi sull’home banking sono stati circa 24,3 milioni e quasi 2,5 milioni di imprese (compreso il CBI – Corporate Banking Interbancario). Continuano a crescere anche le carte di pagamento attive (credito e debito), che sono passate dai 66,8 milioni ai 73,6 milioni dell’ultimo anno, ma con volumi di transazioni ancora troppo bassi rispetto agli altri paesi. Le transazioni di pagamento con le carte di credito, infatti, hanno registrato un valore complessivo di 135 miliardi di euro (in crescita del 10% rispetto al 2012) e di soli 15 miliardi con i mezzi di pagamento elettronici.

Secondo la ricerca di Nielsen, Connexia e School of Management del Politecnico di Milano, Multicanalità 2013, l’e-commerce in Italia ha raggiunto i 12 miliardi di euro e circa 14 milioni di utenti, con un tasso di crescita di circa il 20%. Sono 3,7 milioni gli italiani che hanno acquistato almeno 10 volte prodotti e servizi su Internet in un anno, ossia coloro per i quali l’e-commerce rappresenta un comportamento ormai abituale.

 

Le novità

Il mercato dei sistemi di pagamento si sta gradualmente aprendo a nuove opportunità e vede l’avvento di nuovi attori. A trainare la crescita sono soprattutto gli strumenti di pagamento via Internet e mobile. La diffusione di smartphone e tablet rende, infatti, particolarmente interessanti le prospettive del mobile payment. Visa e Mastercard stanno adottando l’HCE (Host Card Emulation), una tecnologia ad architettura aperta basata sul cloud computing che consente di effettuare operazioni near-field tra cui i pagamenti. In tal modo è possibile gestire transazioni NFC sicure, affrancandosi dal supporto hardware del Secure Element (SE) ospitato nel cellulare e fornito dagli operatori telefonici. La smaterializzazione del SE indebolisce la dipendenza dei pagamenti NFC da una SIM fisica, e quindi il controllo delle compagnie telefoniche, a favore di un modello più aperto che semplifica l’offerta dei servizi NFC da parte di banche, issuer e sviluppatori.

L’Agenzia per l’Italia Digitale (www.agid.gov.it) ha avviato un progetto che permetterà ai cittadini il pagamento online di multe, tributi, iscrizioni scolastiche, ticket sanitario ecc. Sono state, infatti, recentemente pubblicate le linee guida che indicano le modalità con cui tutte le PA dovranno adeguarsi, entro dicembre 2015. La digitalizzazione degli incassi della PA, invece, avverrà grazie a una piattaforma già attiva presso l’Agenzia (Nodo dei Pagamenti-SPC) e le PA vi si collegheranno tramite il Sistema pubblico di connettività (SPC). Il servizio è già funzionante con i pagamenti dei servizi della Giustizia e poi ci sarà un’adesione graduale di tutte le PA. L’introduzione di strumenti innovativi di tipo bancario, come per esempio MyBank che consente di utilizzare il bonifico bancario nel processo di acquisto online, o la soluzione proposta dal circuito PagoBancomat, completano il quadro e potranno allargare la base di potenziali utilizzatori.

 

SEPA Single Euro Payments Area

La definizione e l’adozione della SEPA – l’area unica europea dei pagamenti in euro – coordinata tecnicamente dall’EPC (European Payment Council), ha messo in moto un meccanismo abilitante per realizzare sistemi innovativi, uniformi e interoperabili a livello europeo. Non a caso, SEPA è anche una delle iniziative di “Europa 2020” della UE. Con il passaggio a SEPA, per cittadini, imprese e PA non c’è più differenziazione tra pagamenti nazionali ed europei. Il primo febbraio scorso (secondo il regolamento UE n. 260, del 14/03/2012) la migrazione ai servizi SEPA Credit Transfer (SCT) e Direct Debit (SDD) è divenuta irreversibile e sono anche cessati taluni servizi nazionali.

In effetti, il Parlamento europeo il 4 febbraio ha approvato un nuovo regolamento della Commissione europea che emenda il precedente e, di fatto, ha introdotto un periodo ulteriore di transizione che consente di accettare ancora per sei mesi gli schemi legacy nazionali di CT e DD. Il Consiglio Europeo ha approvato la nuova misura il 18 febbraio e in virtù di tale novità ogni paese membro può adottare una propria posizione per accettare i formati nazionali entro il primo agosto di quest’anno.

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«La SEPA è stata realizzata con lo scopo di creare un’area unica per i pagamenti e gli incassi in euro. Ciò sta producendo significativi impatti non solo sull’operatività degli istituti bancari, ma anche nella gestione dei flussi di cassa delle aziende, degli esercizi commerciali e della PA, nonché nella vita dei singoli consumatori» – afferma Enrico Belgini, product manager monetica e sistemi di pagamento di Cedacri (www.cedacri.it). Certamente, è stato di particolare rilievo l’impatto che le nuove normative hanno avuto sui soggetti bancari, chiamati ad adeguare tutti i sistemi e le procedure coinvolte nella gestione dei pagamenti internazionali.

«In questo senso – continua Belgini – fin dal 2012 come Cedacri siamo stati al fianco delle banche clienti per accompagnarle in questo percorso evolutivo. In particolare, ci siamo attivati per far evolvere il nostro sistema informativo, in modo da adempiere a tutte le disposizioni prescritte dal regolamento 260/2012». L’approccio alla migrazione agli schemi SCT e SDD ha previsto un adeguamento dei sistemi e un roll out progressivo a partire dal 2013 e questo al fine di garantire un monitoraggio puntuale sui volumi/performance e di rispettare tempistiche coerenti con le modifiche intervenute nei processi bancari. La SEPA è stata anche uno strumento abilitatore di nuovi servizi di pagamento paneuropeo (per esempio MyBank) che Cedacri ha sviluppato per le proprie banche clienti con l’obiettivo di supportarle nello sviluppo di nuove linee di business.

«La SEPA in Italia non ha ancora portato le innovazioni e le modifiche strutturali necessarie alle nuove logiche di business» – sottolinea Roberto De Flumeri, offering manager treasury & credit di Gruppo Formula (www.formula.it). Oggi, parlare di SEPA non basta, le banche e gli istituti di pagamento devono pensare all’e-SEPA. Da luglio 2013, è pronta la PSD2 in cui si introducono novità importanti come vincoli di commissioni sulle carte di credito, maggior spinta alla competizione tra istituti, tutela di “autenticazione” dei consumatori, con un focus sulla maggior diffusione di pagamenti elettronici. «La risposta che le banche devono fornire con la PSD2 – prosegue De Flumeri – non è di sola conformità, ma di innovazione e sicurezza. Saranno proprio i pagamenti elettronici la vera sfida dei prossimi anni, da giocare identificando come alleato un fornitore come Formula, in grado di conoscere non solo le regole delle istituzioni finanziarie, ma anche le logiche delle imprese per una innovazione sostenibile».

L’integrazione è fondamentale per la financial value chain sia degli istituti di pagamento sia delle imprese e dei consumatori. «Parlare di SEPA senza parlare di fatturazione elettronica o firma digitale significa limitarsi ad adempiere a un obbligo senza coglierne le opportunità» – dice De Flumeri. «Utilizzare standard domestici è un limite per le imprese e per le relazioni bancarie e rallenta un processo di armonizzazione e semplificazione già in atto in altri paesi».

Gli fa eco Alessandro Cavalli, direttore generale di Triveneto Bassilichi (www.bassilichi.it): «La SEPA – che ha trovato attuazione nella direttiva PSD con l’introduzione della nuova figura della payment istitution – ha cominciato a determinare un aumento della concorrenza nel settore dei servizi di pagamento con l’ingresso di nuovi player operanti anche a livello internazionale». Questo ha favorito l’aumento dei servizi offerti dalle banche e al contempo la loro portata innovativa oltre a una maggiore trasparenza nei confronti dei clienti. «A nostro avviso – continua Cavalli – la proposta di revisione della PSD, con l’introduzione di un tetto massimo sulle interchange fee per i pagamenti con carte di debito e credito, darà ulteriore impulso alla lotta all’uso del contante, ma introdurrà qualche tensione sul modello di business delle banche».

Per quanto riguarda i pagamenti con carte di debito o credito, permangono le barriere tecnologiche legate alla presenza di standard e certificazioni diverse in ogni paese che rendono più complessa la diffusione dei servizi paneuropei. In futuro, è auspicabile anche una regolamentazione a livello comunitario delle modalità di gestione e della sicurezza relativa al mobile payment e mobile wallet che vedono ad oggi una notevole frammentazione del mercato, con conseguente difficoltà di diffusione degli stessi.

«L’affermazione di servizi di pagamento innovativi, quali l’ecosistema mobile – afferma Cavalli – è strettamente legata alla semplicità e convenienza di utilizzo. Queste caratteristiche devono essere sviluppate garantendo i massimi livelli di sicurezza, in modo da creare un clima di fiducia negli utenti ed evitare “incidenti” di sicurezza che potrebbero rallentarne la diffusione». Su questi aspetti, le banche possono e devono svolgere un ruolo di primo piano, sfruttando l’elevato grado di fiducia di cui continuano a godere. Per Paolo Valentini, analysis and research department specialist di Piteco (www.pitecolab.it), i clienti si aspettano importanti benefici dalla evoluzione SEPA. E questo significa «un maggior supporto all’operatività in ambito europeo e una migliore automazione e razionalizzazione di tutti i processi». La migrazione ha reso obsoleto il concetto di “confine domestico”, permettendo alle imprese di utilizzare strumenti di pagamento comuni a livello europeo con la stessa facilità e sicurezza con cui utilizzavano quelli nazionali. «L’uso dell’SDD è in grado di estendere tutte le funzionalità del servizio RID (Rapporto Interbancario Diretto) all’intera area SEPA, e l’SDD one-off consente alle imprese italiane di trasformare un bonifico di iniziativa terza in un pagamento di iniziativa propria, permettendo per la prima volta di addebitare un conto di un cliente estero». Non solo. «L’utilizzo di un unico standard di comunicazione – spiega Valentini – consente alle aziende di cogliere i vantaggi di una maggiore automazione dei processi di riconciliazione, grazie alla garanzia che le informazioni contenute nella transazione vengono gestite in modo strutturato e trasferite in modalità end to end». Le potenzialità della SEPA sono rilevanti anche in termini di possibili razionalizzazioni (riduzione costi e rischi operativi e ottimizzazione del capitale circolante) derivanti dalla centralizzazione dei processi di pagamento e di incasso. «Con Piteco Evo, che è una suite modulare di tesoreria e pianificazione finanziaria e CBC dedicata alla gestione efficiente e sicura dei processi di pagamento delle aziende – conclude Valentini – intendiamo supportare i nostri clienti in questo delicato processo, affinché ottengano tutti quei benefici tesi a migliorare la financial value chain della loro azienda».

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PSD Payment Services Directive

Come noto, a fine 2007 fu emanata la direttiva 2007/64/CE sui servizi di pagamento, recepita in Italia con il decreto legge 11/2010 del 27/1/2010, che definisce i principi fondamentali e le norme per il contesto SEPA. Il 20 febbraio scorso, la Commissione per i problemi economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo ha espresso una posizione a favore sulla proposta di revisione della PSD e sul regolamento che pone un limite alle commissioni dei pagamenti con carte. La cosiddetta PSD2 definisce maggiori possibilità di scelta dello strumento di pagamento in capo al consumatore e incrementa la sicurezza riducendo i costi.

È anche attesa l’entrata in vigore delle specifiche in corso di emanazione da parte della BCE, che obbligheranno entro il primo febbraio 2017, a nuove e più stringenti misure di sicurezza. L’ambito delle nuove regole sarà applicabile ai nuovi soggetti TPP (Third Party Payment provider) e al nuovo servizio di Payment Initiation, previsti dalla PSD2, implicati in una transazione di mobile payment.

Anche il Garante per la Privacy (www.garanteprivacy.it), lo scorso dicembre, ha predisposto le nuove regole per i pagamenti attraverso smartphone e tablet, contenute nello Schema di provvedimento generale in materia di trattamento di dati personali nell’ambito dei servizi di mobile remote payment .Il Garante si concentra in particolare sulla modalità remote di pagamento e punta l’attenzione sulla numerosità e delicatezza dei dati che tali forme di pagamento comportano.

«Gli standard sui protocolli di pagamento sono oggi particolarmente frammentati» – mette in evidenza Vincenzo Romeo, innovation & technologies director di Ingenico Italia (www.ingenico.it). Un esempio tra tutti, l’Electronic Protocols Application Software (EPAS), per i pagamenti in prossimità cross-europei. «Tutti i principali operatori – spiega Romeo – in particolare quelli presenti a livello europeo, potranno avere benefici dall’impiego di un unico sistema per l’accettazione delle carte di pagamento, riducendo i costi necessari per la selezione e la certificazione, paese per paese, della corretta tecnologia e del migliore partner bancario». Ingenico ha avviato due progetti di pagamento elettronico, basati sui nuovi standard SEPA/EPAS, con due importanti operatori europei, Carrefour e Auchan. I progetti prevedono l’avvio delle fasi pilota in Francia, Spagna e Portogallo per essere poi estesi ad altri paesi.

«I trend evolutivi più importanti dei nuovi strumenti di pagamento sono essenzialmente due» – dice Romeo. «Innanzitutto l’offerta diventa multi-canale, andando a intercettare le abitudini dei consumatori che comprano sempre più su Internet e da dispositivi mobili, mentre sul punto vendita fisico, l’offerta va a migliorare l’esperienza di pagamento, grazie a tecnologie innovative di prossimità (NFC, beacons, QRCode). Il secondo trend è dettato da come l’offerta di tali servizi si stia allargando a nuovi soggetti, che riescono ad aggregare merchant e consumatori sui vari canali». Google, Paypal, Amazon, Apple sono gli esempi principali. In tale scenario, è evidente l’importanza di standard, best practices e normative a protezione dei circuiti di pagamento e della confidenza dei consumatori negli strumenti da utilizzare, ma che non ostacolino l’innovazione.

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In tal senso, le attività di organismi come il PCI Security Standards Council, così come le recenti guidelines della Comunità europea sui mobile e online payments, sono aspetti assolutamente determinanti. «Vale la pena citare in tal senso – afferma Romeo – quello che sarà un modello di security che si affermerà nei prossimi anni per i pagamenti proximity, e cioè il “point to point encryption”, andando a individuare e limitare in un certo senso, in sistemi complessi come quelli dei pagamenti elettronici, quali sono i componenti essenziali per la sicurezza e così “liberalizzando” gli altri come, per esempio, le applicazioni a valore aggiunto su smartphone». Altri aspetti importanti saranno i sistemi di “tokenizzazione” per le operazioni online, e metodi innovativi di identificazione del titolare della carta sui vari canali, a favorire la progressiva dematerializzazione degli strumenti di pagamenti.

«Nel mondo dei sistemi di pagamento si assiste a una continua evoluzione e nascita di sistemi innovativi, smart, flessibili, in grado di soddisfare le esigenze del retailer, dalla grande distribuzione sino al micro merchant e all’artigiano in mobilità» – osserva Ilario Bolis, direttore generale di VeriFone Italia (www.verifone.it). La continua ricerca di innovazione da parte dei player ha come scopo finale il miglioramento della customer experience, sia del retailer che decide di adottare un nuovo sistema di pagamento sia del consumatore finale che utilizza la propria carta o il proprio smartphone per pagare.

«L’elemento indispensabile per poter adottare uno di questi sistemi però è la sicurezza – avverte Bolis – che è imprescindibile per proteggere le transazioni e i dati sensibili della carta». Sulla base di una filiera sicura e protetta, può funzionare l’interoperabilità dei player della filiera, che si uniscono per fornire al cliente un valore aggiunto al sistema di pagamento, dal quale trarre nuove opportunità di business. Ne è un esempio concreto la soluzione Firenzecard, progettata da VeriFone e Linea Comune, ente gestore dei servizi per il comune di Firenze, che prevede l’utilizzo del terminale portatile con schermo touch a colori VX 680 per l’attivazione e la gestione della carta servizi contactless Firenzecard: un solo tap per visitare Firenze. In 72 ore, il turista ha accesso a circa 60 musei della città e utilizza autobus e tramvia illimitatamente.

 

Conclusione

Per i sistemi di pagamento innovativi è fondamentale l’adeguamento alla SEPA e PSD per offrire, a costi competitivi, servizi in linea con la nuova operatività. Il mercato dei sistemi di pagamento si sta aprendo a nuove opportunità e vede l’avvento di nuovi attori. A trainare la crescita sono soprattutto gli strumenti di pagamento via Internet e mobile. Il settore sta quindi portando a compimento progetti e modelli funzionali nuovi, mentre i piani di transizione sono in corso all’interno dei singoli Paesi. L’area dei sistemi di pagamento innovativi è uno dei territori d’elezione dell’attività bancaria e la presenza strategica in quest’area è, e sarà sempre, irrinunciabile per l’istituzione finanziaria. Di certo, il settore della finanza e quello dell’ICT stanno operando in stretta collaborazione, in questo importante segmento di mercato. 

 

LE 6 AREE SEPA

Implementare SEPA significa introdurre nuovi strumenti europei nelle seguenti aree:

  • SEPA Credit Transfer (SCT): l’EPC ha approvato la struttura di base dello schema per i bonifici SEPA, ossia il SEPA Credit Transfer Scheme Rulebook, e gli orientamenti attuativi (Implementation Guidelines);
  • SEPA Direct Debit (SDD): l’EPC ha approvato la struttura di base dello schema per gli addebiti diretti SEPA, ossia il SDD Scheme Rulebook, e le Implementation Guidelines;
  • SEPA Card Framework (SCF): In questo processo un ruolo importante è giocato dalla migrazione delle carte verso l’EMV (Europay Mastercard Visa) e la tecnologia a micro-processore;
  • SECA (Single Euro Cash Area): la realizzazione della SECA pone come obiettivo primario l’attuazione di uno spazio unico di gestione del contante in Euro;
  • IBAN: oltre agli interventi di standardizzazione, le banche hanno già sostanzialmente completato l’uso dell’IBAN e del BIC da parte dei clienti;
  • Infrastrutture CSM (Clearing and Settlement Management): l’associazione europea dei sistemi di clearing automatizzati (European Automated Clearing House Association, EACHA) ha sviluppato un quadro di interoperabilità per le infrastrutture di clearing e regolamento dei pagamenti al dettaglio con criteri che supportano l’interoperabilità tecnica dei canali di informazione e regolamento.

Per quanto riguarda gli standard di messaggio, sono stati adottati l’UNIFI ISO 20022 e l’XML. A tal proposito è stato anche siglato un accordo con SWIFT (www.swift.com) per garantire la compatibilità a livello internazionale.