Apple: “L’Fbi voleva sbloccare altri 9 iPhone”

iphone 5e

Apple afferma che l’Fbi ha chiesto di sbloccare altri 9 iPhone oltre a quello dell’attentatore di San Bernardino

Continua lo scontro tra Apple e il governo statunitense in merito allo sblocco dell’iPhone 5C di uno degli attentatori della strage di San Bernardino, che ha provocato la morte di 14 persone e 23 feriti. Nonostante il direttore dell’Fbi, James Comey, abbia dichiarato che si tratta di una richiesta isolata per il bene della giustizia, secondo la Mela il bureau ha ben altri piani. In una lettera riportata dal New York Times, uno dei legali di Apple, Marc J. Zwillinger, afferma che il Dipartimento di Giustizia statunitense ha chiesto lo sblocco di altri 9 iPhone oltre a quello dell’attentatore di San Bernardino. Ciò confermerebbe i timori dell’azienda di Cupertino che il governo voglia mettere il naso della privacy dei suoi utenti più che continuare le indagini sulla strage.

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Zwillinger ritiene che la contesa tra la Mela e l’Fbi debba essere decisa dal Congresso. “Apple non si è detta d’accordo a effettuare alcun servizio sui dispositivi”, ha detto il legale sottolineando che il Dipartimento di Giustizia ha anche tentato di costringere l’azienda a collaborare in virtù dell’All Writs Act, un legge che risale alla nascita degli Stati Uniti.

La battaglia tra la Mela e il bureau ha diviso l’opinione pubblica. Le grandi aziende della Silicon Valley come Google, Facebook e Twitter e forse anche la NSA si sono schierate dalla parte di Apple e della difesa a oltranza della privacy. Il candidato del partito Repubblicano alla presidenza, Donald Trump, ha invece preteso che l’azienda di Cupertino sblocchi l’iPhone dell’attentatore e circa la metà del popolo americano è d’accordo con lui. Inaspettatamente anche il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ritiene legittima la richiesta dell’Fbi. La vicenda potrebbe infine essere risolta dall’esperto di sicurezza John McAfee, che ha proposto di sbloccare gratuitamente lo smartphone del terrorista al posto di Apple.

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