Magenta, l’AI di Google con l’occhio da artista

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Magenta è una nuova divisione di Google che lavora a una intelligenza artificiale in grado di produrre vere e proprie opere d’arte

Può una macchina produrre un’opera d’arte? E’ questo che si stanno chiedendo gli ingegneri di Google. Douglas Eck, ricercatore del progetto Google Brain, ha rivelato che Big G ha creato una nuova divisione dedicata all’intelligenza artificiale durante il festival musicale e tecnologico Moogfest, in North Carolina. Secondo quanto riporta il sito Quartz, il nuovo comparto si chiamerà Magenta e avrà il compito di create un’AI dotata di una creatività simile a quella umana. La presentazione ufficiale della divisione avverrà però solo a giugno.

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Per le sue ricerche Magenta sfrutterà TensorFlow, la piattaforma di machine learning open source. Questa tecnologia consentirà agli sviluppatori di tutto il mondo di caricare dati musicali per permettere all’intelligenza artificiale di conoscere i fondamenti della musica e della composizione. Successivamente il progetto si sposterà sulle immagini e i video. L’obiettivo di Magenta non è ovviamente quello di sostituire gli artisti in carne e ossa ma di rendere più creative le AI e migliorare così la loro capacità di interazione con l’uomo.

In realtà le macchine hanno già dimostrato di possedere un pensiero fuori dagli schemi. L’intelligenza artificiale di Deep Mind, ad esempio, ha battuto il campione del mondo di Go, uno dei giochi più antichi e complicati al mondo. Una macchina è addirittura riuscita a imparare lo stile pittorico di Rembrandt, dopo aver analizzato 167mila particolari di alcune su opere. Nel prossimo futuro l’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere risultati stupefacenti ma come spesso succede quando una nuova tecnologia inizia a imporsi c’è chi inizia a temerla. Il CEO di Tesla, Elon Musk, e l’astronomo Stephen Hawkings hanno in più occasioni parlato dei pericoli legati a uno sviluppo incontrollato delle AI. Musk ha quindi fondato OpenAI, un’organizzazione no profit per regolare l’evoluzione di questa tecnologia e rendere disponibili a tutti le ricerche in questo campo.

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