L’Ue deferisce l’Irlanda e Lussemburgo per gli aiuti di stato ad Apple e Amazon

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La Commissione Ue ha deferito l’Irlanda per non aver recuperato 13 miliardi di euro di tasse evase da Apple mentre chiede al Lussemburgo di imporre ad Amazon la restituzione di 250 milioni

L’Unione Europea ha deciso di usare il pugno di ferro contro le multinazionali del web statunitense, accusate di aver usufruito per anni di una tassazione favorevole nei nuovi paradisi fiscali del Vecchio Continente. Bruxelles ha prima imposto una multa record da oltre 2 miliardi di euro a Google e ora attacca Irlanda e Lussemburgo, due Paesi in cui molte società della Silicon Valley hanno posto la propria sede fiscale. La Commissione Ue ha deferito l’Irlanda alla Corte di Giustizia per non aver recuperato 1 miliardi di euro di aiuti di Stato illegali da Apple. La richiesta formale è stata fatta ad agosto 2016 ma ad oggi “l’Irlanda non ha recuperato nulla”, come sottolinea la commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager. La Commissione inoltre ha sottolineato che Dublino ha fatto ricorso contro il provvedimento alla Corte di Giustizia ma questo non la esentava dal recuperare l’enorme cifra da Apple. Il Governo irlandese afferma in una nota che il deferimento è stato un “passo totalmente non necessario” in quanto sebbene non abbia “mai accettato l’analisi della Commissione, si è sempre impegnato ad assicurare il recupero, destinandogli risorse significative”.

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Anche il Lussemburgo è finito nel mirino dell’Ue per gli aiuti di Stato illeciti ma in questo caso sono stati assegnati ad Amazon. La Commissione afferma che l’accordo fiscale stretto tra l’azienda e il Granducato nel 2003 e rinnovato nel 2011 ha permesso al colosso dell’e-commerce di sottrarre alla tassazione circa tre quarti dei suoi profitti in Europa. Il Lussemburgo avrebbe dovuto recuperare 250 milioni di euro ma la cifra non è stata ancora incassata. “Non si possono dare alle multinazionali benefici fiscali che altri non hanno”, ha detto la Vestager. “Riteniamo che Amazon non abbia ricevuto alcun trattamento speciale dal Lussemburgo e di aver pagato le tasse in piena conformità con la legislazione fiscale lussemburghese e internazionale. – afferma l’azienda di Jeff Bezos – Studieremo la decisione della Commissione e valuteremo le nostre opzioni legali, tra cui il ricorso in appello. I nostri 50.000 dipendenti in tutta Europa rimangono focalizzati a offrire il miglior servizio ai nostri clienti e alle centinaia di migliaia di piccole imprese che lavorano con noi”.

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“Dato che Amazon è stata tassata in accordo con le regole fiscali applicabili in quel momento, il Lussemburgo ritiene che la società non abbia ricevuto aiuti di stato incompatibili”, afferma il ministro delle Finanze del Granducato, Pierre Gramegna. Il Governo afferma che “farà uso della dovuta diligenza per analizzare la decisione” ma sottolinea che ha “pienamente cooperato” ccon la Commissione durante l’indagine e si è “fortemente impegnato per la trasparenza fiscale e la lotta contro l’elusione”. Nel frattempo Bruxelles sta valutando l’ipotesi di trasformare in realtà la tanto temuta web tax per i colossi come Facebook, eBay e Google.