Samsung sviluppa il suo sensore per le impronte al di sotto dello schermo

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Samsung avrebbe già trovato diversi partner tecnologici per realizzare il sensore per le impronte digitali da integrare nello schermo di Galaxy S9

Diverse aziende hanno scelto di adottare un sensore per le impronte digitali inserito al di sotto dello schermo in modo da eliminare il relativo tasto fisico e ampliare così lo spazio interattivo. L’Infinity Display di Samsung non consente questa operazione e quindi l’azienda coreana ha dovuto spostare il suo sistema di autenticazione su Galaxy S8 e Galaxy Note 8 accanto alla fotocamera principale sul retro del dispositivo. Il colosso asiatico dell’elettronica, che con HMD Odyssey lancia la sfida ad HTC Vive, pare non abbia però abbandonato l’idea di incorporare il sensore nel display nonostante iPhone X abbia ormai sdoganato il riconoscimento facciale come metodo di autenticazione. Samsung non vuole ripetere gli stessi errori fatti con Galaxy Note 7 e preferisce adottare una tecnologia più affidabile prima di lanciare la sua versione di Face ID.

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L’analista Ming-Chi Kuo di KGI Securities afferma che Galaxy S9, il cui lancio dovrebbe essere anticipato all’inizio del 2018, sarà il primo smartphone targato Samsung con lettore delle impronte posto al di sotto del display e fotocamera in grado di registrare video a 1.000 FPS. L’azienda coreana avrebbe già trovato diversi partner con cui realizzare questa tecnologia. Oltre a Egis, che attualmente le fornisce i sensori utilizzati sui modelli attuali, ci sarebbero anche Synaptics, BeyondEyes e Samsung LSI. Quest’ultime le avrebbero già proposto i primi campioni e sono le più accreditate a ottenere la commessa da parte di Samsung. “Nell’ultima analisi sui recenti sviluppi del settore del riconoscimento delle impronte digitali mediante tecnologia posta sotto il display, riteniamo che i produttori coreani e Synaptics abbiano una migliore visibilità tra i diversi fornitori. Per quanto riguarda le più recenti tecnologie biometriche, tuttavia, favoriamo il segmento di rilevamento 3D”, afferma Ming-Chi Kuo.

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