Ataribox in preordine dal 14 dicembre

La nuova console che tenta di seguire le orme del Nintendo Classic dovrebbe giungere sugli scaffali in primavera ma non si sa ancora in quali paesi

Il 2017 è stato decisamente l’anno del retro-gaming. Con la sua NES Classic Mini, Nintendo ha fatto sfracelli, portandosi a casa un risultato che probabilmente in Giappone nemmeno immaginavano. Se a questo aggiungiamo la lunga coda di revenue di Pokémon Go (lanciato a giugno 2016 ma andato avanti nei mesi successivi), allora possiamo tranquillamente affermare come i dodici mesi che stanno volgendo al termine abbiano rappresentato per il nome storico del videogioco un periodo d’oro, dopo un naturale calo dovuto all’avvento delle console next-gen. Dicevamo del retro-gaming, ovvero della notevole arte di riproporre oggi titoli e dispositivi che arrivano direttamente dal passato. NES Classic Mini è un esempio ma ne potremo fare altri: la SNES Classic Mini, il C64 Mini e il Sega Mega Drive rimpicciolito. Tra i marchi più famosi provenienti direttamente dagli anni ’80 non poteva certo mancare Atari, che sfrutterà la fine dell’anno per lanciare nei negozi Ataribox.

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Cosa sappiamo

In realtà, si sa davvero poco circa la console che porta il logo della compagnia statunitense fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney. Finora Atari ha diffuso qualche immagine dello chassis, e poco altro, soprassedendo su quali giochi supporterà il dispositivo, se solo quelli classici o anche qualche rimasterizzato per l’occasione, magari un Invaders versione 2020. L’unica certezza è la data di inizio dei pre-ordini, il 14 dicembre, quando sul sito di Ataribox verrà aperto lo store ai mercati della prima fascia, un mistero pure su questi, anche se la speranza di una disponibilità globale c’è e va coltivata. Del resto, la strategia del gruppo è chiara: arrivare sugli scaffali e nelle case degli acquirenti entro la prossima primavera, cercando di rosicchiare un po’ di pubblico a Xbox One X e PS4 Pro, macchine totalmente diverse sia per caratteristiche che prezzo ma prive di quel sentimento nostalgico che ha accompagnato le ore pomeridiane di milioni di ragazzini di ieri, uomini oggi pronti a spendere 250 euro (sembra questo il prezzo) per il solo gusto di avere un oggettino Atari vicino al televisore.

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