Qualcomm mostra la scansione biometrica ultrasonica

La tecnologia che verrà adottata dal Galaxy S10 nel 2019 è già pronta, come si vede in un video diffuso di recente in rete

È stata Cnet la prima a provare la tecnologia in-display di Qualcomm. Si tratta della tecnica con cui sarà presto possibile poggiare il dito direttamente sullo schermo dello smartphone per autenticarsi con la lettura del polpastrello, come accade oggi con i comuni sensori posti ai bordi inferiori dei telefonini o sulla scocca posteriore. Grazie a un piccolo chip sotto vetro, Qualcomm abilita una scansione veloce e precisa, pari a quella odierna, col vantaggio di non dover dedicare una porzione fisica allo strumento ma sfruttando una parte del pannello touch per l’accesso biometrico.

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Ciò rappresenta un beneficio netto in termini di conservazione del design, visti i numerosi e diversi tentativi di ottimizzare al massimo lo spazio a disposizione per donare agli utenti una funzione che innalza il livello di protezione e di cui molti non possono più fare a meno.

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Cosa sappiamo

La tecnologia ultrasonica di Qualcomm, testata da Cnet, utilizza le onde sonore per generare una mappa dell’impronta digitale registrata, con una vibrazione che si avverte lungo tutto il dito, dopo aver premuto sul display. L’innovazione, che potrebbe significare la fine del pulsante fisico su ogni device sulla faccia della Terra, offre una serie di vantaggi rispetto agli scanner ottici. Ad esempio, è in grado di leggere anche dita bagnate o non perfettamente asciutte; ha un tempo di risposta di appena 250 millisecondi; vanta un tasso di fail dell’1% e occupa solo 0,15 mm, quindi non comporterà un aumento della superficie degli smartphone.

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Qualcomm ha confermato che il sensore verrà adottato dai partner dalla prossima primavera. Si tratta, non a caso, di una tempistica molto vicina all’uscita del Galaxy S10 di Samsung, da più parti considerato il primo telefonino che entrerà nell’era della scansione ultrasonica, un’alternativa funzionale al Face ID di Apple.