Amazon indaga su un giro di tangenti tra i suoi dipendenti

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Amazon conferma che alcuni suoi dipendenti, in particolare in Cina, hanno ottenuto tangenti dai venditori per fornire informazioni utili ad avvantaggiarli in modo illecito sulla concorrenza

Amazon oltre a vendere i propri prodotti tramite il suo sito consente anche ad aziende terze di proporre i loro articoli alla vasta platea dei visitatori della piattaforma. Ad oggi sono più di 2 milioni i venditori presenti sul portale di e-commerce e la competizione tra loro è decisamente agguerrita. Apparire nelle prime pagine dei risultati di ricerca consente di avere maggiore visibilità e quindi più possibilità di vedere crescere i propri guadagni. Alcuni di questi soggetti però hanno deciso di attirare l’attenzione dei clienti in modo illecito approfittando della complicità di alcuni dipendenti di Amazon.

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Il Wall Street Journal ha rivelato che alcuni venditori pagano tangenti pari a somme piuttosto consistenti ai lavoratori del sito di e-commerce (fino a 2mila dollari) per ottenere informazioni e servizi che li aiutino a incrementare la distribuzione. Ad esempio, per 300 dollari è possibile eliminare una recensione negativa. Per qualche soldo in più alcuni dipendenti sono disposti a fornire l’indirizzo e-mail degli autori dei feedback in modo che il venditore possa convincerlo a cambiare idea con sconti o quant’altro. I dipendenti corrotti, che pare siano localizzati soprattutto in Cina, arrivano a vendere anche informazioni in merito a quali keyword utilizzare e su come lavorano gli algoritmi per il posizionamento dei risultati di ricerca. Per il colosso degli acquisti online si tratta di un problema non da poco visto che in Asia deve vedersela con Alibaba. L’intero sistema di tangenti sarebbe gestito da intermediari che mettono in contatto gli impiegati di Amazon con i venditori.

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La multinazionale da mille miliardi di dollari consente di utilizzare pratiche per garantirsi i primi posti nelle pagine del suo sito ma vieta ai suoi lavoratori di fornire dati che possano avvantaggiare un negozio rispetto agli altri. L’azienda di Seattle ha confermato di aver avviato un’indagine interna e minaccia di licenziare e percorrere le vie legali nei confronti chi verrà scoperto far parte del giro di mazzette.