Google risponde all’Ue cambiando le sue regole sulle licenze per le app Android

Google rivede la sua politica europea per le licenze di Android
Google offre maggiore possibilità di personalizzazione ai produttori di smartphone ma questi dovranno pagare di più per il servizio

Google ha rivisto le regole riguardo alle licenze di Android e delle sue app per l’Europa. I produttori avranno maggiori possibilità di personalizzazione ma dovranno spendere di più per questo servizio

Google ha preso provvedimenti in seguito alla maxi multa da 4,3 miliardi di euro impostale dalla Commissione Ue per abuso di posizione dominante tramite Android, sentenza che Big G ha impugnato in appello. L’azienda di Mountain View è stata accusata di frenare la concorrenza nel settore smartphone costringendo i produttori a preinstallare buona parte delle sue app per poter utilizzare il suo sistema operativo e Google Play sui rispettivi terminali. Google ha quindi deciso di rivedere la sua politica riguardo le licenze nell’Area Economica Europea (EEA) dando più libertà alle aziende che realizzano telefoni. Queste possono scegliere quali app sfruttare sui loro prodotti ma dovranno pagare cifre più alte. Al momento non è possibile dire quali saranno le ripercussioni sugli utenti finali.

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Le nuove regole sono state spiegate da Hiroshi Lockheimer, SVP della sezione Piattaforme ed Ecosistemi. Ora gli OEM potranno realizzare dispositivi con fork di Android, ovvero versioni più o meno personalizzate del sistema operativo, e installare le applicazioni di Google. Quest’ultime saranno offerte con licenze a pagamento e bundle di vario genere. Chrome e Google Search fanno parte di un pacchetto diverso da quello di YouTube, Gmail e probabilmente anche Play Store. Infine, i produttori potranno pagare per personalizzare le app presenti nel bundle scegliendo di escludere quelle che non gli interessano. Inoltre, sarà possibile decidere dove posizionare i software all’interno dell’interfaccia. La multinazionale di Moutain View non ha reso pubblico il listino prezzi per le licenze nè come avverrà nel dettaglio la composizione dei pacchetti ma ha comunque confermato che Android resterà gratuito e aperto agli sviluppatori nonostante il suo CEO, Sundar Pichai, avesse ventilato questa ipotesi in passato. L’aspetto più curioso è che Google invece di ridurre i costi a carico dei produttori per le sue app ha deciso di aumentarli e allo stesso tempo spende 9 miliardi di dollari per rimanere il motore di ricerca predefinito su iPhone. La novità dovrebbe comunque diventare effettiva su tutti gli smartphone venduti dal 29 ottobre prossimo. Ci saranno rincari sul costo finale degli smartphone? Ad oggi non è possibile dirlo ma non è escluso che gli OEM possano decidere di aumentare i prezzi per compensare la spesa per le licenze dovute a Google.

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