Boldrini: “Nessuna censura del web ma basta con le parole d’odio”

Il Presidente della Camera chiede maggiore collaborazione internazionale per identificare i violenti in Rete ma senza che si ratifichino nuove leggi e si limiti la libertà di espressione

Da qualche tempo istituzioni e opinion leader si sono espressi in favore di un maggiore controllo sui commenti in Rete. Il Presidente della Camera Laura Boldrini, partendo dalle minacce di morte da lei ricevute e dall’episodio di razzismo che ha coinvolto il ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Cècile Kyenge, aveva annunciato la formulazione di una legge per fermare “le campagne d’odio”. In molti temevamo una limitazione alla libertà di espressione in Rete e il decreto detto “ammazza Internet”, proposto dall’On. Pino Pisicchio, non aveva fatto che alimentare questa paura. La Boldrini è ritornata sull’argomento al seminario “Parole libere o parole d’odio? Prevenzione della violenza online”, che si è tenuto ieri a Montecitorio, smentendo in parte le sue precedenti dichiarazioni. 

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Nessuna nuova legge ma bisogna fermare i violenti

Il Presidente della Camera ha affermato che le leggi attualmente esistenti sono già efficaci in quanto “ciò che è reato offline è reato anche online”. Quello che manca è una maggiore cooperazione internazionale per individuare anche all’estero gli autori di messaggi violenti, xenofobi e razzisti. Per contrastare questo fenomeno non è quindi “necessario prevedere nuove norme e limitare la libertà d’espressione”. “Si è parlato di censura, di repressione del dissenso ma dire questo è una stortura”, ha spiegato la Boldrini.

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