#IDCMobizMI14, smartphone e tablet crescono in Italia

Con IBM, Dell e BlackBerry, l’enterprise mobility al centro dell’attenzione delle aziende che puntano alla protezione dei dati e delle reti, insieme alla gestione del parco dei device. Più libertà ma più regole e responsabilità per gli addetti

Smartphone e tablet continuano a crescere, si abbassano i prezzi e cambiano i formati. Nei progetti di enterprise mobility evoluti, le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro suddivisa in 50 milioni per la parte software e 150 per i servizi.

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È questa la fotografia scattata da IDC nel corso del Mobility Forum 2014 di Milano in collaborazione con i principali player di settore.

Per IBM, le aziende dovrebbero percepire l’enterprise mobility non come un prodotto o servizio, ma come un nuovo modello di organizzazione e un nuovo approccio alla produttività. La sfida Mobile secondo IBM si sviluppa in un universo a 4 dimensioni: Transform, Optimize, Build, Engage. Sulla strada dell’evoluzione dei device – che nel futuro potrebbero essere pezzi di memoria pura integrabili in ogni dispositivo, dall’auto al telefono passando dall’abitazione a tutti i possibili luoghi di lavoro e scambio di informazioni – BlackBerry punta sul Mobile Device Management con una strategia che coniuga mobilità e sicurezza per una gestione multipiattaforma della mobilità. Da giocattoli tecnologici, i tablet diventano sempre più strumenti di produttività aziendale e bisogna supportare le aziende che vorrebbero aprirsi al BYOD, come ha spiegato Livio Pisciotta, client marketing manager di Dell.

Quali sono le tendenze chiave?

Le imprese globali possono sfruttare i cambiamenti attuali nel panorama mobile per mantenere un vantaggio competitivo, ma devono sviluppare una strategia basata su mobilità che sia veramente “mobile” e in grado di adattarsi alle diverse esigenze, ridefinendo il concetto stesso di best practice. «Una best practice – spiega Nick McQuire, CEO, Global Enterprise Mobility Alliance (GEMA) – è la migliore risposta alle esigenze in un dato momento. Ma attenzione, non è detto che lo sia per sempre e per tutti allo stesso modo. Ogni azienda deve trovare la sua best practice. Non è possibile cogliere le opportunità della mobilità se le aziende non affrontano il tema della business evolution e dell’IT transformation. Il BYOD è in crescita ma non rappresenta un risparmio di costi».

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Quali sono le tecnologie più importanti per supportare il lavoro in mobilità?

Secondo IDC, controllo e gestione restano fondamentali, ma facilitare la collaborazione da remoto e in mobilità diventa sempre più «necessario». In Italia, le soluzioni software rappresentano il 24% della spesa per i progetti di Mobile Enterprise, mentre i servizi rappresentano la fetta più ampia (76%) della spesa totale.

Se anche in Italia, la mobilità non è più un “nice to have”, l’incremento del livello di mobilità degli addetti, del numero di device e delle applicazioni obbliga le imprese a gestire questa «entropia» del sistema come la definisce Daniela Rao, TLC Research & Consulting director di IDC Italia.

In Italia, oltre il 40% delle grandi aziende ha già adottato soluzioni di Mobile Enterprise Management e Mobile Device Management, mentre un altro 30% pensa di adottarle nel corso dei prossimi 12 mesi. Oltre l’80% delle aziende italiane supporta la posta elettronica in mobilità, ma sono solo le grandi imprese quelle che prevedono di sviluppare applicazioni per la condivisione delle informazioni e la produttività.

Multi-dimensional Enterprise Mobility

«Tutto è iniziato, per così dire, a casa e nelle mani dei consumatori» – spiega Daniela Rao. «Con il passare del tempo, tablet e smartphone si sono ulteriormente diffusi tra i consumatori, hanno cambiato il nostro approccio individuale alla comunicazione e alla fruizione dei contenuti. Le aziende italiane hanno avuto inizialmente un approccio passivo. Tuttavia, i CIO hanno capito che la consumerization è un fenomeno inarrestabile e non riguarda soltanto la sicurezza, ma comporta un cambiamento radicale nella gestione delle risorse ICT». Non esiste però una strategia univoca di approccio all’enterprise mobility. Per questo motivo, IDC parla di «Multi-dimensional Enterprise Mobility».

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Sicurezza e condivisione delle regole

L’Enterprise Mobility aumenta la complessità e le aziende devono rinunciare all’ossessione del controllo se vogliono mantenere il comando. Le sfide maggiormente sentite dalle aziende restano legate alla sicurezza: la protezione dei dati e delle reti aziendali, insieme alla gestione del parco dei device. Segue l’integrazione nelle infrastrutture IT esistenti e la predisposizione di policy per l’utilizzo dei device. «Ma è proprio su quest’ultimo tema – avverte Daniela Rao – che si sta focalizzando l’attenzione delle aziende più evolute, che avendo capito la vastità degli impatti della mobilità, hanno anche compreso l’importanza di identificare regole nuove a tutela dell’azienda ma condivisibili dagli addetti».