Mario Biondi: My Space, i social network e il nuovo disco “Sun”

Nel 2006, agli albori di quello che sarebbe stato il successo che ha lanciato la sua carriera, Mario Biondi sbarcava su My Space. C’è ancora oggi, nella nuova versione targata Justin Timberlake. E’ stato uno dei primi artisti italiani ad aprire un profilo sull’oggi defunto Ping. Che rapporto ha avuto e ha tuttora con i social network? Glielo abbiamo chiesto

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«Provo grande affetto per la piattaforma My Space e se ritornasse in auge, nella rinnovata formula promossa da Justin Timberlake, sarei contento».

Il grande successo di Mario Biondi risale al 2006, quando il brano “This is what you are” trascina al successo l’album “Handful of soul”. Da allora Mario Biondi ha pubblicato dischi e inanellato successi, cambiato etichette discografiche (passando dalle indipendenti alla major Sony), ha partecipato a un Festival di Sanremo come ospite big e quasi quasi sarebbe andato anche alla prossima imminente edizione, ha interpretato brani per la colonna sonora nel rifacimento del grande classico Disney “Gli aristogatti” e ha doppiato un personaggio del film “Rapunzel”. Insomma, di acqua ne è passata sotto i ponti: arriviamo così al suo nuovo disco, in uscita il 29 gennaio. Si intitola “Sun”, ed è un album ricco di collaborazioni: c’è l’artista statunitense Chaka Khan, il grande Al Jarreau, Omar, James Taylor, Leon Ware e Incognito. Un disco curatissimo di caldo soul, dal sound internazionale.

Data Manager: Un album che è una parata di grandi nomi…

Mario Biondi: Nomi da pelle d’oca. Indubbiamente mi sono tolto molti sfizi, collaborando con questi artisti. Mi sono emozionato ad andare a Los Angeles a casa di Al Jarreau a registrare. Ma anche con tutti gli altri.

Nella tracklist di “Sun” spicca una canzone, l’unica in italiano: è “La voglia, la pazzia, l’idea”. Come mai un solo brano nella nostra lingua?

In realtà ne ho scritto qualcuno in più, in italiano.

Quelli che avresti dovuto portare la Festival di Sanremo? Ci spieghi com’è andata?

Ero nel pieno della lavorazione di questo disco, non puoi presentare due pezzi raffazzonati per il Festival. Siccome, però, mi avevano proposto di andarci, io mi ero sentito lusingato e ho cercato di preparare bene due canzoni (ma ne ho anche una terza). Poi con la Sony ci siamo detti che “Sun” è un progetto che ha bisogno di molto tempo e cura, e tutto quello che riguarda Sanremo è andato sfumando.

Come ti sei trovato nelle vesti di ‘cantante italiano’ tu, abituato ai testi in inglese?

Finalmente ho fatto il ‘cantante italiano’ (ride, nda)! Sono molto contento di “La voglia, la pazzia, l’idea”, che è un brano molto intimo e personale. Il testo è nato, praticamente così com’è nel disco, nel 2001: l’ho scritto tornando da Lampedusa. Ero intenzionato a cambiare il titolo perché non volevo parafrasare la canzone di Ornella (Vanoni; la canzone è “La voglia la pazzia”, nda), ma facendolo avrei snaturato il brano. Così è rimasto com’era.

Nel 2006, praticamente agli albori di quello che sarebbe stato il grande lancio della tua carriera (con l’album “Handful of soul”), hai aperto una pagina su My Space.

Esatto. Curavo io la mia pagina e continuo a farlo: mi piace.

Com’è cambiato – se è cambiato – il tuo modo di usare o di relazionarti con questo social?

My Space è una piattaforma che purtroppo ha vissuto un lento declino, ed è arrivata quasi a essere un social in disuso… ma non ti nego che ci sono affettivamente piuttosto legato. Come ho detto, mi piace occuparmi della mia pagina, e sono ancora presente su My Space.

Come hai osservato, con l’impennata di utenze di Facebook e il boom di Twitter che è arrivato anche in Italia, My Space è finito in un cono d’ombra. Oggi sta cercando di rilanciarsi: è online la nuova versione della piattaforma, targata Justin Timberlake. Cosa ne pensi?

Devo osservare bene la nuova versione, sono stato impegnato con il disco. Forse mi ripeto, ma ancora una volta devo dire che provo grande affetto per la piattaforma My Space e se ritornasse in auge… sarei contento.

Tu, tra le altre cose, sei stato uno dei primi artisti italiani ad aprire un profilo su Ping (il social network di iTunes ormai chiuso, nda): sei molto attento alle novità del web. Cosa ti piace del mondo ‘social’?

I social network sono una finestra aperta, rappresentano uno spazio di incontro con persone di cui altrimenti non riusciresti nemmeno a conoscere l’esistenza: è una grande opportunità che mi piace utilizzare, anche se amo sempre il contatto diretto con i fan.

Mario Biondi è anche su Facebook  e You Tube.

Foto: Guido Harari

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