Nokia licenzia per e-mail 115 dipendenti in italia

Nokia licenzia 115 dipendenti in Italia con una e-mail

Nokia Italia ha licenziato 115 dipendenti con una semplice e-mail. I sindacati preparano uno sciopero per bloccare ogni attività dell’azienda

Il passaggio della divisione Devices & Services di Nokia a Microsoft non è certamente stato indolore. L’acquisizione era un segnale che l’azienda finlandese, che ha deciso poi di puntare sui servizi dedicati alle auto connesse, navigasse davvero in cattive acque. Tutti si aspettavano dei tagli al personale da parte di Nokia ma nessuno avrebbe mai creduto che le modalità scelte per licenziare i dipendenti sarebbero state così brutali. Nel pieno della discussione in Parlamento sull’abolizione dell’articolo 18, Nokia Italia ha licenziato 115 dipendenti attraverso una semplice e-mail.

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I sindacati contro Nokia: “L’articolo 18 non è stato ancora abolito”

Il 3 ottobre, 115 dipendenti degli stabilimenti Nokia di Cassina de Pecchi (Milano), Roma e Napoli hanno ricevuto una e-mail in cui si annunciava il loro licenziamento a partire da oggi e l’obbligo di riconsegna di cellulari, badge e computer aziendali. “Le comunichiamo la risoluzione del suo rapporto di lavoro con effetto dal 6 ottobre. – si legge nel messaggio di posta –  Il suo nominativo è stato individuato nel rispetto dell’attuale disciplina in tema di licenziamenti collettivi”.

A seguito del licenziamento dei 115 dipendenti, i sindacati hanno organizzato un’agitazione nello stabilimento milanese di Nokia, quello che ha subito i tagli più ingenti, per bloccare ogni attività della multinazionale finlandese. Le organizzazioni dei lavoratori esigono “il ritiro di tutte le lettere da parte dell’azienda che non ha avuto bisogno del Jobs Act o delle modifiche all’articolo 18 per licenziare 115 persone”. I sindacati inoltre sottolineano che Nokia in 7 anni ha tagliato 2.500 dipendenti in Italia, ovvero l’83% dell’intera forza lavoro nel nostro Paese.

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Appena il 30 settembre, i vertici dell’azienda finlandese in Italia e i rappresentanti dei lavoratori si erano incontrati per discutere sulla possibilità di licenziamenti ma nonostante la mediazione del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, tutto si era risolto con un nulla di fatto.