Il premio Nobel per la Fisica è andato agli inventori dei Led, i diodi ad emissione luminosa più efficienti e sostenibili delle soluzioni tradizionali
Dopo il premio Nobel alla Medicina assegnato agli scopritori del “Gps” biologico che permette di muoverci nello spazio, sono stati scelti i vincitori anche del prestigioso riconoscimento nel campo della Fisica. Il premio Nobel è andato ai giapponesi Isamu Akasaki (85 anni) e Hiroshi Amano (55 anni), entrambi dell’università di Nagoya, e all’americano Shuji Nakamura (60 anni). I ricercatori sono gli inventori dei Led (Light Emitting Diode), il dispositivo optoelettronico che permette di produrre luce in modo più rispettoso per l’ambiente.
“Come le lampade a bulbo hanno illuminato il ventesimo secolo, i Led saranno le luci del ventunesimo secolo”, ha scritto la Fondazione Nobel per spiegare i motivi dell’assegnazione del premio ai tre scienziati.
I Led vincono il premio Nobel
I primi diodi ad emissione luminosa sono nati negli Anni 60 ma erano disponibili solo nel colore rosso e verde. Trent’anni dopo Akasaki, Amano e Nakamura sono riusciti a realizzare i primi Led a luce blu, permettendo di così di coprire tutta la gamma dei colori compreso il bianco. Questa tecnologia non solo è più efficiente rispetto alle classiche lampadine ma è anche più sostenibile. I Led hanno una durata di 100mila ore, contro le mille delle lampade a incandescenza e le 10mila di quelle a fluorescenza. Il loro ciclo di vita infatti non è influenzato dal numero di accensioni e spegnimenti.
I diodi necessitano di un quantitativo minimo di energia per essere alimentati, permettendo così di creare reti elettriche a basso costo, e non contengono mercurio e componenti infrarossi e ultravioletti. Inoltre, grazie alle ridotte dimensioni, i Led permettono di costruire apparecchi illuminanti dal design innovativo.